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Cesare Nosiglia, uomo di Dio e pastore di popolo


di Luca Rolandi


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@la voce e il tempo

Don Cesare vescovo e amico ha conclusa la sua esistenza ieri notte, provato dalla malattia. Ha lasciato questo mondo dopo aver camminato per 80 anni sui sentieri del mondo testimone del Vangelo. Schivo e riservato, un cuore grande, la volontà di essere fratello più che maestro, pastore piuttosto che amministratore. Una vocazione nata sulle alture genovesi tra Rossiglione e Acqui Terme, e l'ironia e la riservatezza genovese sono state sempre la cifra della sua missione pastorale. Studi giovanili in seminario tra Acqui Terme e Rivoli e ordinazione nel 1968. Poi il trasferimento a Roma. Nel cuore della cristianità la personalità di don Cesare si dipana e compie in una serie di compiti pastorali importanti, l'incontro con il mondo delle periferie, le baracche della Roma lontana dai palazzi, l'amicizia con la Comunità di San Egidio e poi la formazione teologica e l'impegno nella catechesi ai più alti livelli fino alla direzione dell'ufficio catechisti o nazionale alla CEI come vescovo. A Roma è stato anche ausiliare. Poi nel 2003 la nomina a vescovo di Vicenza dove inizia una nuova fase della sua vita, guida di una comunità del Veneto profondo.

Nel 2010 l'approdo a Torino dove succede sulla cattedra di San Massimo al cardinale Poletto. Dodici anni di episcopato intensi e complessi: l'avvio della riforma delle strutture, unità pastorali e accorpamenti, il dialogo con la città, con la politica e i corpi intermedi, il concetto espresso delle due città, quella ricca e quella povera da ricucire, con i tavoli dell'Agorà del sociale. L'attenzione agli ultimi, le comunità Rom, il lavoro con i migranti, le crisi industriali, dalla Fiat all'Embraco e altre.

Era con i lavoratori e le loro famiglie condividendo il loro travaglio Pur impotente rispetto allo valanga travolgente della globalizzazione. Uomo di Dio e di popolo, a volte incompreso a volte impulsivo, fondamentalmente buono e con un orizzonte e una visione che lo guidava partendo dalla croce di Cristo e dalla misericordia del Padre. Il suo ritiro nel 2022 in un silenzioso servizio di preghiera. La chiesa è la Diocesi di Torino oggi onorano e ringraziano Cesare padre, fratello e amico.



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