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Alberto Trentini, 221 giorni nelle carceri venezuelane


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Si estende la solidarietà per chiedere la liberazione di Alberto Trentini, l'operatore umanitario dal 15 novembre scorso nelle carceri venezuelane. Medicus Mundi Italia, storica esperienza di cooperazione sanitaria a favore dei paesi del Terzo Mondo, nata a Brescia nel 1968, si è unita all'appello per riportare in Italia Alberto Trentini, cooperante, amico e collega.

Sforzi collettivi e congiunti si impongono per allargare l'eco di una protesta legittima contro una situazione allucinante, per dare una soluzione a una vicenda incredibile e inaccettabile che mette in brividi addosso non appena se ne comincia a srotolare i passaggi, dall'arrivo di Trentini in Venezuela, 17 ottobre, al suo arresto, 15 novembre, all'unica telefonata, a metà maggio, con cui ha rassicurato i suoi famigliari. Ora, dopo 221 giorni è il momento che lo Stato italiano, la Farnesina, il Quirinale, diano un segnale di attenzione autorevole, corale e pubblica per chiedere la "restituzione" di Trentini che non può essere utilizzato come ostaggio o merce di scambio.

Tra l'altro, la repressione politica in Venezuela non dà segni di allentamento. I parenti dei detenuti politici reclamano ogni giorno la liberazione dei loro congiunti. Una pressione mediatica sostenuta dalle Ong che denunciano da mesi l'incremento del numero di detenuti politici, ad oggi oltre 920. Oggi l'attenzione dei media venezuelani si è calamitata sulla scomparsa di Rafael Tudares, genero dell'ex candidato presidenziale Edmundo González Urrutia, arrestato dalle forze di sicurezza il 7 gennaio a Caracas e da quel momento lettarlmente sparito dai radar.

Sua moglie, Mariana González de Tudares, ha rivolto un appello alle autorità di governo sul social X, assicurando l'innocenza del marito. Nel messaggio, inoltre, la donna non esita a denunciare la violazione sistematica dei diritti umani e afferma che il 18 giugno, l'Ufficio del Difensore Civico si è rifiutato di informare la famiglia sullo stato del processo legale contro il marito, dopo l'udienza preliminare che si sarebbe dovuta svolgere il 12 dello stesso mese.


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