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"27 ottobre: basta violenza! uniamo le mani per la pace in Israele e Palestina"

di Beppe Reburdo

Puntuale e inequivocabile obiettivo della giornata di digiuno di venerdì 27 ottobre indetta dalla Rete Pace e disarmo, dalla coalizione Assisi Pace e Giustizia , dalle ONG di cooperazione internazionale e da Amnesty International. Inoltre questa giornata coincide con l’invito di Papa Francesco a una giornata di digiuno per la pace in occasione dell’anniversario del primo incontro interreligioso di Assisi nel 1986. Si parte da un punto ben chiaro cioè “Due popoli due Stati", con la piena coscienza che se oggi non si fermano decisamente la violenza, la guerra, gli eccidi non solo non può realizzarsi questo fondamentale obiettivo, ma cresceranno distruzione, morte, odio e la drammatica realtà di ampliamento del conflitto e dello scontro. Fermare la violenza, immediato tacere delle armi, aiuti umanitari garantiti sono indispensabili subito perché 1.300 assassinati israeliani, più di 5 mila morti palestinesi nella Striscia di Gaza, 15 mila feriti, e la tragedia nella tragedia di oltre due mila morti tra i bambini ce lo impongono se si vuole trovare soluzioni che garantiscano i due popoli e stabilizzino sul piano statuale i palestinesi.

Si è inoltre lanciata una campagna per la raccolta fondi a sostegno delle organizzazioni umanitarie palestinesi. L’iniziata oltre che con questi contenuti si caratterizzerà anche visivamente portando unicamente le bandiere della pace a significare non neutralità, ma apertura e coinvolgimento di tutte le realtà non schierate come tifosi da una parte o dall’altra, impegnate per la piena collaborazione e rispetto reciproco perché la guerra e odio non sono lo strumento per garantire cittadinanza ai palestinesi e la sicurezza dello Stato di Israele.

Pur nelle oggettive difficoltà di sviluppare con continuità e determinazione iniziative contro le guerre e per una pace fondata sulla giustizia e dialogo il pacifismo mantiene viva la speranza non perché è l’ultima a morire, ma perché il lumicino sia tenuto vivo e per togliere alibi a chi si dice per la pace, ma la utilizza per inaccettabili obiettivi di “bassezza politica interna”. Non abbiamo bisogno né di parole, né di settarismi, ma di convergenze concrete come quella per venerdì 27 ottobre e di tantissime altre capillari iniziative e mobilitazione che fanno della pace e disarmo l’asse portante di una nuova collaborativa umanità.

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