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Ucraina e Russia: alla ricerca del negoziato che non c'è

di Michele Corrado


A volte la prospettiva è fondamentale: vedere la stessa situazione da angolature differenti produce effetti diversi e aiuta a confrontare meglio anche la propria opinione rispetto a quella degli altri. Da oltre tre anni si sta imponendo ai Paesi occidentali che supportano l’Ucraina la narrazione secondo la quale la Russia debba scendere ad una trattativa per consentire al Paese invaso di terminare le operazioni militari sul proprio territorio. Però non ci si chiede perché la Russia ha iniziato questa Operazione Militare Speciale e dove e che cosa voglia conseguire.

Andare oggi ad una trattativa - al di là dell'ultimatum di Trump - per almeno sospendere le attività militari, avrà pure un senso per gli ucraini, ma non per i russi, se diamo attendibilità ai bollettini di guerra. È sempre stato quanto decretato sul terreno a determinare una trattativa, non il contrario. La situazione delle operazioni ha sempre determinato la fine di un conflitto; mai lo ha determinato una trattativa diplomatica. Nelle Operazioni Militari la diplomazia è asservita ai risultati conseguiti sul terreno e non l'opposto. Altrimenti non ci sarebbero conflitti armati, ma soltanto tavoli negoziali.

Perché i russi stanno impegnando centinaia di migliaia di combattenti sul suolo ucraino se potevano avere gli stessi risultati attivando negoziati anche diversificati?

Il sistema della condotta di operazioni di guerra da parte dei russi, sia oggi che in passato (periodo sovietico compreso), si basa sulla disponibilità di risorse ritenute infinite sia a livello di territorio, sia di personale. Le perdite per i russi sono fisiologiche e dimostrano la volontà di quel popolo di poter affrontare qualsiasi avversità. Infatti, nelle ultime guerre, mentre i vari Paesi contavano i morti in battaglia nell’ordine delle centinaia di migliaia di unità (tedeschi a parte), i russi-sovietici in milioni di unità.

Anche l’atteggiamento di fronte alle sanzioni (che peraltro non hanno mai avuto effetti nemmeno parziali sulla capacità di condotta di operazioni da parte di una nazione belligerante), producono effetti opposti rinsaldando lo spirito combattivo dei russi.

Comprendere la mentalità e la cultura di un Paese avversario è una pre-condizione fondamentale per la buona riuscita di ogni attività militare relativa ad un avversario od alla minaccia da lui espressa.

La “propaganda” occidentale affronta invece l’avversario russo secondo il suo approccio (in particolare i media e la comunicazione politica), dimenticando completamente una delle regole basilari da seguirsi nelle condizioni nelle quali ora ci dibattiamo.

I russi hanno poi due caratteristiche peculiari che anche attualmente caratterizzano il loro modo di combattere: una innata “frugalità” che consente di avere una logistica povera, se confrontata con i livelli occidentali, ed un approccio insensato nello svolgimento delle operazioni militari, dove loro prima distruggono il territorio dove combattono, poi lo occupano e successivamente lo ricostruiscono. Ciò significa che loro pagano tre quello che noi occidentali cerchiamo di avere con l’esborso di uno (secondo le Dottrine Nato sulle operazioni convenzionali si agisce sulla distruzione delle Forze avversarie e non sul territorio generalizzato teatro delle operazioni).

Queste peculiari caratteristiche portano alla considerazione finale, considerato che i russi reputano l’Ucraina una parte del loro territorio e non uno Stato che possa essere del tutto indipendente, che continueranno nel breve periodo l’occupazione di tutto il Donbass, successivamente l’acquisizione dell’Ucraina sotto una qualsiasi forma diretta o indiretta di controllo, sulla tipologia della Bielorussia, in nome della propria sicurezza rispetto ai confini. Sicurezza cui i russi sono particolarmente sensibili. Alla stessa stregua di quanto esprime oggi l'Unione Europea. Chi è dalla parte della ragione? E, soprattutto chi stabilisce che cosa è giusto o è sbagliato?

Se non si comprende la mentalità e la cultura dell’avversario è impossibile stabilire rapporti duraturi di qualsiasi natura a parte quelli conflittuali, come sta peraltro avvenendo dal 2014, senza che vi sia un approccio olistico che consenta di superare i diversi e complessi aspetti della questione ucraina.

 

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