Commenti di mezza estate. Fermiamo ora il dilaniante conflitto tra Ucraina e Russia
- Piera Egidi Bouchard
- 11 ore fa
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di Piera Egidi Bouchard

Faccio parte di quella modesta minoranza - pare un 10% dicono alcune statistiche - di italiani che nella tragedia della guerra pluriennale tra Russia e Ucraina non pensano che tutti i torti siano solo della Russia. Non faccio parte di nessuno di quei partiti, della destra o dell’ultrasinistra, che in questo senso si sono espressi. Ho sofferto molto per la politica a questo proposito dei democratici americani - e di quelli italiani – che mi vedono solidale per la politica interna in favore dei diritti, ma che mi vedono opposta sulle loro scelte in politica estera, e in particolare su questa guerra.
Aveva ragione Trump quando diceva che quella era la guerra di Biden, anche se rischia ora di diventare la sua, e non mi considero certo una trumpiana da un’infinità di punti di vista, anche se ogni tanto mi tornano in mente quelle parole di un pastore, fervidamente comunista, che, conoscitore dell’America, diceva di essere favorevole ai repubblicani, perché i democratici avevano sempre il dito sul grilletto, e invece i repubblicani le guerre le avevano chiuse. Amo la Russia e amo l’America per quanto ci hanno dato di letteratura, di arte, di musica, e questo conflitto mi dilania. Oltre a tutto, quello tra Russia e Ucraina è un conflitto tragico tra paesi cristiani, che si ammazzano e distruggono l’un altro all’ultimo sangue, e quest’anno festeggiamo il credo di Nicea...
Non penso che la Russia abbia tutti i torti, anche se è vero che in ultima istanza ha aggredito l’Ucraina, perché andando indietro a questo fatto, nella storia, mi sono documentata e ho visto che aveva ragione Papa Francesco, che ogni tanto si lasciava scappare grandi verità, quando disse, usando parole terze, che la Nato era andata ad abbaiare sotto le mura del Cremlino. C’erano stati i patti di Minsk disattesi, c’è stato un “golpe” in Ucraina nel 2014, c’era stata una politica aggressiva della Nato, che, invece di contenersi con una serie di stati neutrali ai confini russi, aveva lavorato a spostare via via tutti gli stati confinanti dentro l’alleanza, isolando sempre di più la Russia, che, con l’ipotesi, ancora sul tavolo, di un’Ucraina anch’essa nella Nato e che discriminava le popolazioni di lingua russa, aveva determinato quella disgraziata aggressione, che in realtà si può anche leggere come reazione. E l'informazione antecedente, di molto antecedente l'invasione del 24 febbraio 2022, ne é una conferma.
Ed ho sempre sul comodino un grosso volume di una persona a me molto cara e che mi ha lasciato, penso come monito, sulla storia della Guerra fredda. Il libro è tutto sottolineato coi pennarelli di diverso colore. Purtroppo quella storia non è finita, si è mutata purtroppo in una guerra calda, caldissima... Prima o poi avrò il coraggio di leggerlo.
E sento tutto l’imbarazzo per le posizioni politiche di quei leader europei che, nutriti di quest’odio ultradecennale, invece che pacificare i due contendenti mandano armi, sempre più letali e costose a uno dei due (a spese del contribuente) che servono ottimamente ad attizzare il fuoco.
Per queste mie posizioni in questi anni gli amici me ne hanno dette di tutti i colori: sovietica, putiniana, persino berlusconiana... adesso non parlo più, perché li ritengo addomesticati dalla propaganda di un incessante bombardamento mediatico che li porterebbe oggi a chiamarmi anche trumpiana, e non voglio rovinare sul piano affettivo amicizie di tutta una vita, come successe storicamente davanti al fascismo: antiche amicizie che si spezzarono.
Parlo ora, perché sono convinta che siamo a un delicatissimo punto di svolta, e che stavolta la Russia sbaglia di grosso, se non accetta la mano tesa dell’America, e continua nella sua testarda strategia di riconquista. Riconquista di che? Dell’impero sovietico? Dell’antica capitale Kiev, che lo sappiamo, è stata culla della Rus’, come Roma dell’Italia. L’impero sovietico è imploso, e non potrà tornare. Bisogna prenderne atto, è un principio di realtà. Bisogna fermarsi, invece, considerare e trattare, e anticipare il "verdetto" sul terreno, andare controcorrente. Anche se gli odi e il sangue versato da ambedue le parti separano tragicamente.
Per questo ci vuole un mediatore. Qualcuno che non sia sbilanciato di qua o di là. Non si può “vincere”. Non può vincere la Russia, a rischio terza guerra mondiale di escalation in escalation. Non può vincere l’Ucraina, che già Papa Francesco anni fa nelle sue grandi verità scappate di bocca disse - tra lo scandalo generale - che doveva alzare bandiera bianca. Non può vincere, nonostante il codazzo di paesi europei entusiasti fornitori di armi. Sarà solo un macello fino all’ultimo vivente, uomo, donna, bambino. Fermatevi. Fermateli.
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