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Torino, cambio di look per Via Roma


In origine la strada si chiamava Contradanuova, nome scelto all'alba del XVII secolo da Carlo Emanuele I di Savoia, quando ne affidò la realizzazione all'architetto Ascanio Vittozzi, personaggio fuori dal comune che governava le geometrie delle architetture con la stessa perizia delle armi che aveva usato durante la battaglia di Lepanto, al seguito delle armate pontificie, guadagnandosi l'attenzione di Emanuele Filiberto di Savoia, detto "Testa di Ferro", che lo chiamò alla corte sabauda. Fu poi negli anni Trenta del Novecento, che l'autentico salotto della città, ricco di esuberante vitalità con i suoi numerosi posti di ritrovo e divertimento, dai cinematografi ai teatri di varietà, caffè e ristoranti, cambiò aspetto, letteralmente rasa al suolo per fare posto a quella che i torinesi conoscono come Via Roma. Divelti i pavimenti in legno, abolito il passaggio dei tram a cavalli, abbattute le vecchie case, nel 1937 apparvero le risolute linee squadrate dei grandi palazzi dai marmi scintillanti disegnate dall'architetto Piacentini che interpretava le idealità culturali del regime fascista, in una fase storica in cui Torino era un cantiere aperto.

Ed ora un'altra rivoluzione, votata ieri, 13 giugno, dalla seconda commissione della Città di Torino che ha approvato la "Pedonalizzazione e riqualificazione per Via Roma, inserito nel Piano operativo deliberato il 30 maggio dello scorso anno per favorire e sostenere la mobilità ciclo-pedonale.  Una riqualificazione il cui obiettivo principale è quello di restituire lo spazio urbano ai pedoni attraverso una pavimentazione uniforme e l'eliminazione delle barriere architettoniche (rendering @Città di Torino).

Come è stato più volte ricordato dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Stefano Lo Russo, la via sarà interamente pedonalizzata entro il 2026 (i cantiere saranno aperti nei primi mesi del prossimo anno) ed esteticamente aggraziata da una trentina di panchine in granito e una ventina di fioriere, leggere e rimuovibili anche se ancorate al suolo per evitarne l'asporto, il tutto definito in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino.

Tre i lotti previsti dall'intervento: da piazza Castello a piazza San Carlo, da piazza Cln a via Cavour e da via Cavour a piazza Carlo Felice.


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