top of page

SETTIMANA FINANZIARIA. Iniziata la "guerra" del rame

a cura di Stefano E. Rossi


ree

La produzione industriale in Italia scende a maggio dello -0,7%. Si tratterebbe di una tendenza negativa che continua da ben 26 mesi, se non si fosse interrotta ad aprile, per un rimbalzo che, però, viene imputato ad anomale correzioni statistiche. Da inizio 2025 l’economia nazionale ha accumulato una perdita di fatturato annualizzata del -0,9%. La manifattura, core business del nostro sistema produttivo, è ancor più penalizzata: registra uno sconfortante -1,4%. Si salva l’energia. Su base annua, i settori della raffinazione (+6,1%) e delle attività estrattive (+5,1%) ci aiutano a limitare i danni. Affossati, invece, sono i trasporti (-5,6%), la farmaceutica (-5,2%) e la chimica (-4,0%).

 

Ci risiamo con il solito tran-Trump: attenti al rame! Martedì scorso il governo Trump-bis ha annunciato l’incremento dei dazi del 50%, a partire dal 1 agosto, per il Brasile e sulle importazioni di rame. I principali giacimenti sono in Cile, Perù, Canada e Australia. Per un quinquennio, il prezzo del metallo al Comex, la borsa merci newyorchese, aveva oscillato in un corridoio tra i 3,5 e i 4,5 dollari per libbra. Di colpo, il corso del future rompe il cosiddetto cap, cioè la barriera superiore, e la settimana si chiude a 5,60 dollari. Ma aveva anche toccato punte ben superiori, fino a 5,89. Il caos si scatena dopo l’annuncio di martedì 8 luglio. Nel pomeriggio, in meno di mezz’ora, il prezzo del rame cresce del +13%. Un’impennata mai più vista sul metallo rosso, se non in occasione delle peggiori crisi economiche e finanziarie del secolo scorso.

Però, queste fiammate toccano solo i listini Usa. La quotazione, ai cambi odierni, al mercato di Londra è di 9,67 dollari il kg, che corrispondono a 4,39 $ a libbra. Inaspettatamente, nei giorni scorsi abbiamo assistito a New York a una divaricazione dei prezzi con un rincaro fino al 25% rispetto al listino del vecchio continente. E mentre oltreoceano il prezzo non accenna a scendere, sul listino londinese LME, nello stupore generale, il rame continua a perdere quota. Contro ogni logica di equilibrio del sistema e dei principi che regolano i mercati, i prezzi non intendono dare il minimo segno di riallineamento.

Che cosa sta succedendo? La metà del fabbisogno Usa di rame deriva dalle importazioni. Non ci sono possibilità di sostituire l’import con la piena autonomia produttiva in tempi ravvicinati. Probabilmente, gli effetti negativi dei dazi verranno ribaltati a valle con l’incremento dei prezzi. Quindi, ancora una volta, ricadranno sui consumatori americani. Circolano già ipotesi di ricadute negative anche sulla qualità dei prodotti, per la ricerca di materiali sostitutivi, ove possibile, come l’alluminio. Nello scenario che si sta delineando, gli unici a trovarsi in vantaggio saranno le imprese che producono e raffinano in loco. Un’élite.

 

Due popoli, due economie. Forse la dinamica del prezzo del rame rappresenta l’ennesimo segnale di un possibile allontanamento delle tendenze di sviluppo delle due aree economiche, quella Usa e quella UE. Oppure, con più realismo, potrebbe essere un primo segnale di riposizionamento del primato economico americano, vale a dire, del suo allineamento alle asfittiche prospettive di crescita che caratterizzano ormai da anni gli altri Paesi occidentali. Ma in Europa le libertà d’arbitrio della finanza e delle attività d’impresa sono sufficientemente compensate da paracaduti pubblici. Invece, negli Stati Uniti, gli impatti delle conseguenze economiche di una repentina, se pur passeggera, crisi del capitalismo si riverseranno in toto sulla working class, cioè sui lavoratori. E non è escluso che portino in serbo alcune spiacevoli sorprese di tenuta sociale.

 

A Piazza Affari, ad approfittare dei dazi sul rame è Prysmian (+2,97%). La forza della ex Pirelli Cavi sta nella sua radicata presenza negli Usa, con decine di stabilimenti, frutto delle lungimiranti acquisizioni fatte in America durante ultimi sette anni. Dispone di un’autonoma capacità produttiva di rame negli Stati Uniti, che la esclude di diritto dalle nuove imposizioni tributarie e della quale si avvarrà per imporre un indiscusso vantaggio competitivo sulla concorrenza.

Giovedì, scivolone in borsa di Iveco. Circolano indiscrezioni sul ridimensionamento dell’offerta di Leonardo per rilevare la Iveco Defence Vehicle la divisione difesa attiva da 88 anni e messa in vendita sei mesi fa.

Occhi puntati sui grafici dell’analisi tecnica di Azimut. Da inizio anno è già salita del +22,43%, di cui il +5,76 nella sola giornata di martedì. A inizio settimana aveva nuovamente rotto la linea di tendenza al rialzo. Alla base di questo comportamento c’è la comunicazione delle ottime performance del primo semestre. La società guidata da Pietro Giuliani ha già raggiunto il 90% dell’obiettivo annuale di crescita della raccolta netta.

 

Il Borsino della settimana – rassegna dei migliori e dei peggiori titoli del listino FTSE MIB.

I Tori: Azimut +8,74%, Generali +3,83%,

Gli Orsi: Iveco -7,08%, Amplifon -4,89%

FTSE MIB: +1,15% (valore indice: 40.077)

 

I presenti commenti di mercato rivestono un esclusivo scopo informativo e non intendono costituire una raccomandazione per alcun investimento o strategia d’investimento specifica. Le opinioni espresse non sono da considerare come consiglio d’acquisto, vendita o detenzione di alcun titolo. Le informazioni sono impersonali e non personalizzate.

 

 


Commenti


L'associazione

Montagne

Approfondisci la 

nostra storia

#laportadivetro

Posts Archive

ISCRIVITI
ALLA
NEWSLETTER

Thanks for submitting!

Nel rispetto dell'obbligo di informativa per enti senza scopo di lucro e imprese, relativo ai contributi pubblici di valore complessivo pari o superiore a 10.000,00, l'Associazione la Porta di Vetro APS dichiara di avere ricevuto nell’anno 2024 dal Consiglio Regionale del Piemonte un'erogazione-contributo pari a 13mila euro per la realizzazione della Mostra Fotografica "Ivo Saglietti - Lo sguardo nomade", ospitata presso il Museo del Risorgimento.

© 2022 by La Porta di Vetro

Proudly created by Steeme Comunication snc

LOGO STEEME COMUNICATION.PNG
bottom of page