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Regionali in Piemonte: segna il passo l'alleanza tra Pd e M5S

di Giorgio Bertola


A poco più di cento giorni dalle elezioni regionali il dibattito sull’allargamento della coalizione di centrosinistra al M5S è su un binario morto, mentre non mancano piccole scaramucce quotidiane, come quella sulla manifestazione contro i disservizi della tratta ferroviaria Pinerolo–Torino di cui è stato dato conto ieri l'altro. E’ infatti passato ormai un mese da quando la trattativa tra il PD e i pentastellati è stata congelata dai vertici nazionali dei due partiti, proprio nel momento in cui si era a un passo dalla rottura definitiva.

Questa situazione di stallo mette inevitabilmente un freno alla proposta di un’alternativa di governo per il Piemonte, il tutto mentre il centrodestra viaggia spedito, nonostante che la coalizione al governo in Piemonte e a Roma non sia immune da lotte interne e divisioni. Tuttavia, Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia riescono a compattarsi su temi ideologici come il sovranismo e l’anti-ambientalismo, arrivando anche a cavalcare una protesta che era rivolta principalmente all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

Dall’opposizione, invece, si continua a procrastinare, e pare che il destino del “campo largo” in Piemonte sia affidato al risultato delle elezioni regionali della Sardegna, previste per domenica prossima, 25 febbraio. In realtà c'erano tutti gli elementi necessari a chiudere la trattativa già a gennaio. Ma a prevalere è stata la scarsa disponibilità del M5S a raggiungere un accordo. Intenzione apparsa piuttosto evidente: i suoi rappresentanti al tavolo di discussione hanno usato i momenti di confronto per sottolineare le distanze e mandare messaggi ai loro elettori, più che per trovare punti di incontro, forse nella convinzione di poter massimizzare il loro risultato in una corsa solitaria.

D’altra parte non è sufficiente che lo schieramento messo in campo per le elezioni regionali sia il più possibile ampio; deve essere anche credibile. Il progetto di un fronte progressista da contrapporre a una destra estrema, estrema nei comportamenti sul piano della repressione dei diritti civili e sul restringimento di quelli sociali a Torino come a Roma, va costruito con pazienza e con obiettivi di lungo termine. La sensazione, almeno a livello locale, è che a prevalere siano invece ambizioni ed antipatie personali, e che a dettare l'agenda politica siano i sondaggi. Al contrario, è fondamentale un atteggiamento più responsabile da parte di tutti per costruire – a campo più o meno largo - un progetto credibile che sia anche in grado di dare una risposta al crescente astensionismo.

 

 

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