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Punture di spillo. Metaversi di Zuckerberg e metaversacci dei suoi dipendenti

Aggiornamento: 4 mag 2023

a cura di Pietro Terna

Il metaverso è la “grande invenzione” di Zuckerberg, fondatore e demiurgo – ops, si dice CEO – di Facebook, ora Meta. I versacci o i metaversacci sono quelli che fanno i dipendenti e gli azionisti. Il “nostro” inventa, nel 2019, la moneta universale Libra, poi gli cambia nome[1] e poi ancora se ne dimentica. Nel 2021 tira fuori dal cilindro il metaverso e cambia il nome all’azienda in Meta. L’operazione si sta rivelando un buco nero per i bilanci, dato che il Reality Labs, la divisione che sviluppa quel servizio, ha perso 24 miliardi di dollari[2] in due anni. Il demiurgo allora licenzia a più non posso. È il capitalismo degli ignoranti e degli imprudenti? Da sempre i problemi del capitalismo derivano in gran parte dagli errori negli investimenti, pagati da molte, troppe persone (lavoratori, risparmiatori, cittadini). Mentre si buttano risorse in progetti senza sbocco, altri nel mondo non hanno di che nutrirsi. Di qui guerre, migrazioni e tanto altro ancora.

Se si vuole una fonte sicura, ecco[3] il Washington Post, con “How Mark Zuckerberg broke Meta’s workforce”, traduzione mia, un po’ libera, “Come Mark Zuckerberg ha fatto a pezzi la forza lavoro di Meta”; broke sta per ha rotto. Che cosa? Le persone dell’azienda con i licenziamenti e il disorientamento causato dalle scelte erratiche compiute.


Sbagliare non è obbligatorio...

Un investimento è un processo delicatissimo, sia che si tratti di realizzare un nuovo stabilimento per produrre ad esempio automobili elettriche, oppure un bene immateriale destinato a fornire un servizio, come un nuovo software per far funzionare la rete dei telefoni mobili, oppure per gestire il metaverso. Se nessuno volesse poi quelle auto, oppure quel servizio, oppure il metaverso, il danno ricadrebbe sull’impresa che ha sbagliato e sui suoi dipendenti, ma non solo: sui risparmiatori che vedono andare in fumo il capitale con cui hanno finanziato l’operazione e sulla collettività, che è danneggiata economicamente e socialmente se il risparmio è male impiegato. Per capire, ecco un esempio limite: quello del risparmio forzato, ottenuto con le imposte, che finanzia la guerra. Il cattivo uso dei finanziamenti per gli investimenti è agevolato nei periodi di denaro “facile”, perché abbondante e a tassi molto bassi, come quello da cui stiamo uscendo.

Ma non è obbligatorio sbagliare! Molti lettori tra quelli arrivati sin qui, e li ringrazio tutti, si stanno chiedendo che cosa sia il metaverso. È un mondo online in cui dei pupazzi più o meno realistici rappresentano gli utenti, che chiacchierano e interagiscono come nella figura a lato. Ha iniziato nel 2003 Second Life[4], ma dopo l’entusiasmo iniziale – ne faccio parte, con il nome di Pietr Tenk che mi fu stato affibbiato automaticamente –, tutto si è fermato. Immaginare che riprovarci possa portare al successo è, come minimo, ingenuo. Oppure è un’arma di distrazione per attirare altro denaro dagli azionisti, dato che il flusso della linfa che alimenta il business di base, cioè la pubblicità per Facebook, ha iniziato a rallentare con la pandemia.


Il disinteresse, grave, per il comportamento umano

Si può cercare di capire di più di ciò che accade? Gli strumenti per capire meglio le imprese e l’economia con la simulazione a livello micro-micro-micro, si stanno affacciando nel mondo della ricerca. È appena uscito un articolo scientifico[5] molto interessante in cui si congiungono le capacità della simulazione cosiddetta “basata su agenti”, in cui micro-programmi operano nel computer per simulare comportamenti, con la capacità dei nuovi modelli linguistici di intelligenza artificiale, come ChatGPT, allo scopo di suscitare e interpretare dialoghi tra gli agenti.

L’articolo ci dice che in un mondo di simulazione pur molto semplice, come quella della seconda figura a lato, gli agenti operano come simulacri credibili del comportamento umano. L’ambiente ricorda il gioco The Sims[6] e gli utenti possono intervenire mentre gli agenti pianificano le loro giornate, condividono notizie, stringono relazioni e coordinano attività di gruppo.


Per esempio, a partire da una singola indicazione specificata dall'esterno, secondo cui un agente vuole organizzare una festa di San Valentino, gli agenti diffondono autonomamente gli inviti alla festa nei due giorni successivi, fanno nuove conoscenze, si chiedono a vicenda di uscire per la festa e si coordinano per presentarsi insieme alla festa al momento giusto. Siamo solo all’inizio, ma si tratta di un formidabile passo per ritornare al progetto, di fine anni ’90, di simulare i comportamenti sociali, dentro e fuori le organizzazioni, come ad esempio le imprese. Un modo di porsi di fronte alla realtà un po’ diverso da quello di Zuckerberg, che sembra disinteressarsi completamente di che cosa avvenga all’interno di Meta.

Per tirare un respiro, ricorro al nostro super consulente musicale, che ci propone La carrozza di Hans, il primo singolo[7] della PFM, nel 1972. È uno dei primi esempi di prog rock italiano, con evoluzioni di minimoog[8] che non si erano mai sentite su disco. Una musica prima hard e poi dolcissima introduce un testo ispirato ad atmosfere oniriche che racconta di Hans il mercante: un “piccolo uomo, signore del mondo” che vola sulla sua carrozza, “suona un corno da cocchiere” e “lustra l'abito da re”. Sembra un esempio ante litteram dei mercanti/capitalisti dell’attualità. Citando la PFM ricordiamo un caro amico di entrambi, recentemente scomparso, che ne era grande competente estimatore.


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