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PUNTURE DI SPILLO. "Mai arrendersi, l’economia non ci deve fare paura" 

a cura di Pietro Terna


“Mani forti” che maneggiano le criptovalute, che fine faranno i miei risparmi? Gli investitori sottovalutano l’effetto di lungo termine dell’intelligenza artificiale, e allora dove mi rifugio se crolla tutto? L’intelligenza artificiale rivoluzionerà le cure, bene, ma come le pagheremo? In Italia si lavora tanto, ma non scompare la povertà, anzi. Domande che mettono paura; meglio non sapere? No, meglio sapere e votare in modo consapevole nella scelta europea che si avvicina e anche in quella per la Regione.

Iniziamo dal Bitcoin (progetto), la criptovaluta principale che ha via via cambiato natura.[1] Il Financial Times del 29 marzo titola[2] “Le lobby delle criptovalute stanno manovrando – e noi dovremmo essere preoccupati”: nato come un progetto anarchico per realizzare una moneta mondiale indipendente dagli Stati, quando l’uso per i pagamenti si è mostrato quanto meno precario, anche perché sono nate letteralmente migliaia di imitazioni, il bitcoin (valuta) si è trasformato in una gigantesca speculazione sul nulla. Non serve a fare pagamenti e del resto la sua volatilità ne sconsiglia l’uso per quello scopo.


Quando arriverà lo tsunami sulle criptovalute...

L’articolo del Financial Times è un impressionante raccolta di frodi e di pressioni sulla politica da parte degli operatori della criptovaluta. Dunque starne lontani, ma quando crollerà, e certamente crollerà, chi altri sarà colpito dallo tsunami?

Sempre secondo il Financial Times,[3] “Gli investitori continuano a sottovalutare gli effetti a lungo termine dell'IA”, infatti:

Gli analisti finanziari sottovalutano regolarmente l'adozione di tecnologie di uso generale, tra le quali l'IA rientra senza dubbio. Le nostre ricerche mostrano che le previsioni iniziali sulle dimensioni del mercato di Internet, del cloud, degli smartphone o dei PC dopo 10 anni erano sbagliate di circa il 40%, con una notevole uniformità. Riteniamo che l'IA non sarà da meno.

Il tallone d'Achille degli entusiasti dell'IA è lo stesso che incoraggia gli scettici dell'IA: non esiste un modo semplice per monitorare l'adozione dell'IA, né il successo, o no, della sua implementazione.

Quindi un grande rischio di oscillazioni fuori controllo nelle borse valori, a partire da Wall Street.

Altro tema, certo più positivo: il Technology Quarterly dell'Economist, pubblicato[4] da pochi giorni, è dedicato a salute e intelligenza artificiale, con approfondimenti interessantissimi e molto positivi. Se però guardiamo alla carenza drammatica di risorse del nostro sistema sanitario pubblico (sono di questi giorni le ripetute denunce dell'Ordine dei medici in Piemonte), come possiamo affrontare gli investimenti in strumenti e soprattutto in personale qualificato per affrontare quel cambiamento? Molto significativo l’appello[5] del 2 aprile, firmato da personalità estremamente competenti, con il titolo “Non possiamo fare a meno del servizio sanitario pubblico”.


"Non fermiamo il mondo e non scendiamo, ma scegliamo!"

Come recuperare lo stato della nostra economica? Difficile trovare una ricetta semplice da applicare: in Italia si lavora tanto, ma la produttività è molto bassa, come dimostra un recente studio[6] pubblicato da VoxEU/Cepr e quindi l’effetto povertà è diretto.

“Fermate il Mondo, voglio scegliere” è un’espressione abusata, ma in questo caso rappresenta bene lo stato d’animo di molti. Però non si può scendere, anzi dobbiamo impegnarci di più a reagire. Personalmente vedo una sola risposta ed è quella di rendere l’Europa centrale in tutte le scelte, perché ha il peso e il ruolo per affrontare alla radice le minacce che ci atterriscono. Dobbiamo votare e votare bene, fronteggiando chi offre scorciatoie e azioni clamorose, sostenendo invece chi vuole consolidare la grande realtà democratica che si chiama Unione Europea.

Non si può scendere dal Mondo, ma si può esprimere il nostro dissenso a chi propone scorciatoie e scelte demagogiche. Una bella proposta ancora sul Financial Times:[7] oltre al bottone like, nei social media vogliamo anche quello dislike!

Il nostro baccelliere di musica conclude da par suo: è giusto sottolineare che le elezioni europee saranno un momento fondamentale per la definizione del prossimo futuro (che, senza scomodare Keynes, è l’unico che conti). Recuperare lo spirito della partecipazione popolare è quello che il testo della canzone[8] Cara Democrazia invita a fare. Ivano Fossati la inserì nel disco L’arcangelo, pubblicato nel 2006, quando ancora il berlusconismo era molto forte. Tanto forte da trasformare una vittoria elettorale annunciata in un quasi pareggio. Con tutte le complicazioni che ne derivarono per il povero Romano Prodi (e per tutti noi). È una canzone semplice, quasi brutale, se paragonata alla produzione più recente del cantautore genovese, che rinuncia a ricorrere ad immagini poetiche preferendo modi più diretti. Anche le sonorità sono urgenti, fatte di chitarre elettriche taglienti. Cara democrazia ritorna a casa ché non è tardi. Così canta Fossati. Quasi vent’anni fa non ci si riuscì, ma paradossalmente ancora oggi non è tardi per approfittare della democrazia. Finché resiste, possiamo aspirare a costruire il nostro futuro, il mondo che vorremmo. 

 

Note

[2] “Crypto lobbyists are on manoeuvres – and we should be worried”, inserire il titolo in un motore di ricerca per ottenere un link valido una volta sola.

[3] “Investors are still underestimating the long-term impact of AI”, vedere nota precendete per leggerlo online.

[7] "The case for social media to introduce a ‘dislike’ button", cercare il testo come detto nella nota 2.

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