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L'appuntamento per la Pace: 170° a Torino in piazza Castello

di Giorgio Ardito


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Sabato 31 maggio è la 170esima presenza settimanale di pace a Torino: un numero tondo che equivale ad oltre tre anni consecutivi di iniziative, di rapporti, di un'idea e di una missione di fratellanza che ha al centro il rifiuto della guerra come risoluzione delle controversie. E, non è casuale, che si sia scelto piazza Castello come epicentro della manifestazione, il luogo da dove si è iniziato a dialogare con la città.

In contemporanea "Esseri umani per Gaza" saranno in piazza San Carlo (la loro è una presenza permanente 24 ore su 24 da più giorni in piazza Castello con il supporto di tende) e "Donne per la Difesa della Società Civile" in piazza Carignano, di fronte al teatro omonimo, sede del Festival Internazionale dell'Economia (dal 30 maggio al 2 giugno), con il loro sciopero della fame a staffetta.

Due parole sul "Coordinamento di cittadine e cittadini, organizzazioni, enti e istituzioni contro l'atomica, le guerre e tutti i terrorismi - AGiTe" nato nella primavera del 2017 presso il Centro Studi Sereno Regis di via Garibaldi 13, che ha rapporti con un centinaio di soggetti. Lo stesso anno ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) riceve il Nobel per la pace e l'ONU approva il TPNW (trattato per l'abolizione delle armi nucleari).

L'obbiettivo principale di AGiTe è promuovere il TPNW, sensibilizzando persone e parlamentari affinché venga discusso e approvato dalle nostre Camere ma l'aggressione di Putin all'Ucraina prima e il criminale terrorismo di Hamas e la sanguinaria vendetta di Netanyahu poi hanno portato alla settimanale presenza di pace. Durante l'ora si susseguono interventi sia dei promotori/organizzatori che di persone che intendono esprimere il loro parere sull'esigenza di iniziative e azioni di pace. Non viene trascurata l'informazione su altre guerre in corso (56~ purtroppo) spesso non meno cruente, ma il più delle volte trascurate dai media.

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Intendiamo proseguire le presenze, gemmarne altre (a Ivrea c'è da tempo un'iniziativa analoga), continuare a promuovere dibattiti pubblici, cortei, partecipare a iniziative come il 25 aprile e il I Maggio e presenze di denuncia a manifestazioni che promuovono il commercio delle armi e contro la politica degli armamenti. Non intendiamo trascurare alcuna occasione per contribuire a invertire la deriva bellicista in corso, per dare un futuro di pace alle nuove generazioni. Le condizioni son peggiori del 1914, quando tutti dicevano di non volere la guerra e ci fu la carneficina di popoli. Oggi c'è l'arma nucleare! Scherzare con il fuoco è un rischio non replicabile...

Altre due parole e non al vento sulla deriva bellicista. La si denunci con forza perché ha in sé in germi di un processo di mitridatizzazione/assuefazione all'inevitabilità della guerra, che viene portato avanti dall'adagio latino "si vis pacem para bellum", tralasciando il particolare che la preparazione della guerra ha storicamente trascinato i popoli a farla. Il tutto sospinto da operazioni culturali che ricordano molto da vicino il periodo fascista con la cornice scolastica all'insegna dello slogan nero pece "libro e moschetto..." che portò a morire centinaia di migliaia di giovani italiani nella Seconda guerra mondiale.


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