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Punture di spillo. Anche l'IA... ha le sue contraddizioni

Aggiornamento: 24 lug

a cura di Pietro Terna


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Il Financial Times del 18 luglio riferisce che «Xi Jinping warns Chinese officials against over-investment in AI and EVs»:[1] Il presidente cinese Xi Jinping ha lanciato un avvertimento insolitamente brusco ai governi locali contro gli investimenti eccessivi nell'intelligenza artificiale e nei veicoli elettrici, mentre le feroci guerre dei prezzi alimentano la deflazione nella seconda economia mondiale.

Quante considerazioni in un solo capoverso! In effetti in Cina è in corso una guerra dei prezzi, soprattutto nel settore automobilistico, con la domanda interna debole e un eccesso di capacità produttiva per cui piovono forti sconti da parte dei produttori. Quindi, deflazione, che è l’anticamera della recessione.

Contemporaneamente è comparso sulla scena quello che si presenta come un nuovo gigante dell’intelligenza artificiale, proprio dalla Cina. Molto potente, a basso costo per l’utente, con alle spalle uno sconosciuto imprenditore-scienziato e grandi capitali cinesi.[2] La nuova IA si chiama Kimi K2 e si presenta[3] con grande qualità e completezza. Funziona benissimo. Faccio un piccolo test da molto tempo: prima sui traduttori automatici, ora sulle IA. Come è trattata la parola milza nel brano iniziale di Moby Dick? Melville scrive «It is a way I have of driving off the spleen and regulating the circulation». Alla lettera, «driving off the spleen» sarebbe «scacciare la milza». Google Translate fa il suo onesto lavoro e dice milza; Cesare Paese, maestro – nonostante le critiche – delle traduzioni di Moby Dick in italiano, scrive «È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione». Il cinese Kimi K2: «È un mio sistema per scacciare il malumore e rimettere in sesto la circolazione». Niente male, per una macchina; non vi pare?


Ora, che cosa ne facciamo di questa enorme offerta di intelligenza artificiale?

L’Economist del 17 luglio si chiede «Perché l'intelligenza artificiale si diffonde così lentamente? L'economia lo può spiegare» e poi commenta che è come se per strada ci fossero banconote da 100 dollari e nessuno le raccogliesse.[4] Non sono solo impressioni, perché l’articolo precisa che un'indagine di alta qualità condotta dall’Ufficio del Censimento americano[5] ha rilevato che solo il 10% delle aziende utilizza l’IA in modo significativo. Le piccole imprese sono impreparate e quelle grandi sono sorprendentemente burocratizzate. Le aziende americane – riferisce l’Economist – hanno 430.000 avvocati interni, rispetto ai 340.000 di dieci anni fa, con un tasso di crescita molto più elevato di quello dell'occupazione complessiva: «il loro ruolo è generalmente quello di impedire alle persone di fare le cose»; ora, per paura dei rischi collegati all’IA in assenza di giurisprudenza.

Intanto, sempre a proposito di contrasti tra sviluppo e uso dell’IA, il Financial Times ci informa[6] che «I gruppi dell’IA spendono per sostituire gli “etichettatori di dati” a basso costo con esperti altamente retribuiti»; da un lato ben chiarisce che i cosiddetti etichettatori mal pagati sono (erano) utilizzati per dare un nome alle immagini e non – come ogni tanto qualcuno afferma, facendo confusione – per insegnare le sequenze di parole agli LLM (Large Language Model); dall’altro segnala che sempre più «a questi modelli servono ora riscontri da esseri umani che usino i modelli per svolgere lavori sulla conoscenza e forniscano correzioni quando il modello sbaglia ».[7] Un caso dunque in cui l’IA creerebbe molto lavoro ben pagato, ma il numero di questi posti non è indicato e soprattutto per quanto tempo può durare questo tipo di attività. Si legge di LLM che imparano da altri LLM…

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Torniamo alla nuova IA cinese Kimi K2: ho chiesto di Tienammen e in primo tempo ha bloccato la risposta; il giorno successivo ha prodotto una scheda tutt’altro che edulcorata annotando – su mia domanda – i miei server sono fuori della Cina». Il giorno prima erano attivi solo quelli in Cina? Provate anche voi. Sulle immagini applica una prudente censura. Ho chiesto  di raffigurare Trump che nuota negli stablecoin come Paperon de' Paperoni nel suo forziere e ha rifiutato di farlo, ma ha aggiunto: «Posso però offrirti un'alternativa: un'illustrazione satirica stile fumetto di un personaggio anonimo dalle caratteristiche esagerate (papillon dorato, capelli flamboyant) che nuota in una piscina di stablecoin». Eccola riportata qui! Quel che mi ha colpito è l’uso del concetto di satira. Senza senso del ridicolo sono invece i Paperoni veri, quelli della Silicon Valley, tutti in fila per Trump e poco prima rigorosamente democratici, nel senso di Democratic Party...[8]


La leggerezza ammaliante di Van Morrison

Ed ecco finalmente il nostro baccelliere di musica, a rincuorarci. Si dice che cani e padroni alla lunga finiscano con l’assomigliarsi.[9] Non sappiamo se si possa dire lo stesso dell’AI, se somigli ai suoi creatori o per lo meno abbia caratteristiche riconducibili al Paese che ne sviluppa le diverse applicazioni. Pensiamo, per stare ai luoghi comuni, alla grandeur francese, o alla proverbiale operosità orientale. Certo è che la musica riflette la personalità del suo autore. Thelonious Monk era un tipo spigoloso come la sua musica.[10] Così Charles Mingus, dionisiaco e onnivoro come le sue partiture.[11]

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In tema di personalità, ne ha da vendere Van Morrison. Irlandese, prossimo agli ottant’anni - li compirà a fine agosto - dalla metà degli anni ‘60, prima con i Them poi come solista, è emerso come una delle figure chiave del pop britannico. Non ha il fisico della rock star, ma ha una voce inconfondibile, originalmente impastata di blues e folk, e capacità di scrittura eccezionali. Nelle ultime settimane ha pubblicato il quarantasettesimo (!) disco in studio della sua carriera, Remembering now. Dopo sessant’anni, Van Morrison ha prodotto un disco pieno di umanità e di passione. Canta Haven’t lost my sense of wonder[12] con una voce che somiglia all’aria leggera che si sente in certe sere d’estate, calda e ricca di sfumature. E ci ha già conquistati: la sua musica gli somiglia e tutto sommato potrebbe somigliare anche a noi.

 

Note

[1] «Xi Jinping mette in guardia i funzionari cinesi da investimenti eccessivi nell'IA e nei veicoli elettrici»; se si immette in un sistema di ricerca come Google un titolo del FT si ottiene un link che consente di leggere l’articolo, ma vale una volta sola.

[3]Presentazione tecnica a https://github.com/MoonshotAI/Kimi-K2, accesso per prove a https://kimik2ai.org/it/playground e operativo a https://www.kimi.com (per l’inglese, interagire in basso a sinistra).

[4] Why is AI so slow to spread? Economics can explain. Businesses are ignoring the street of hundred-dollar bills, https://www.economist.com/finance-and-economics/2025/07/17/why-is-ai-so-slow-to-spread-economics-can-explain

[5] L’indagine – https://www.census.gov/hfp/btos/downloads/CES-WP-24-16.pdf – è del 2024 che, secondo gli analisti di Morgan Stanley, una delle banche d’affari planetarie, avrebbe dovuto essere l’anno in cui l’impiego dell’IA si sarebbe affermato. Allo stesso mondo, quest’anno doveva essere “l'anno degli agenti”, con sistemi autonomi che eseguono compiti basati su dati e regole predefinite. Chi scrive sta studiano queste affascinanti costruzioni, ma senza molto successo se ne parla a proposito di applicazioni.

[6] AI groups spend to replace low-cost ‘data labellers’ with high-paid experts; come detto nella nota 1, se si immette in un sistema di ricerca come Google un titolo del FT si ottiene un link che che consente di leggere l’articolo, ma vale una volta sola.

[7] What these models now need is data of a real human using the models to do knowledge work, and getting feedback on when the model is failing.

[8]Le Monde: «Comment les patrons de la Silicon Valley se sont ralliés à Trump», https://www.lemonde.fr/series-d-ete/article/2025/07/20/comment-les-patrons-de-la-silicon-valley-se-sont-rallies-a-trump_6622600_3451060.html e «Entre les patrons de la Silicon Valley et la gauche américaine, histoire d’un divorce», https://www.lemonde.fr/series-d-ete/article/2025/07/21/entre-les-patrons-de-la-silicon-valley-et-la-gauche-americaine-histoire-d-un-divorce_6622867_3451060.html; chi fosse interessato a leggere gli articoli non avendo l’abbonamento, mi scriva a pietro.terna@unito.it; in quanto abbonato posso offrire alcuni accessi agli articoli.

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