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Per passione, non solo musica e parole...

Domani, 5 novembre, il vernissage di Paolo Conte. Original

a cura del Baccelliere


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Asti ha allestito per Paolo Conte, classe 1937, un evento speciale. Una mostra dedicata alla sua attività pittorica intitolata Paolo Conte. Original, che sarà al Palazzo Mazzetti da domani, 5 novembre 2025, al 1° marzo 2026. L’esposizione comprende 143 opere, tutte su carta, che coprono un arco temporale che va dal 1957 al 2023.

Conte è un appassionato di arti grafiche. In passato ha disegnato le copertine dei suoi dischi, con uno stile asciutto, che spesso ricorre all’acquarello per sfumare contorni troppo nitidi. Il Conte pittore somiglia al Conte cantautore. Nelle tavole di Conte risuona l’eco lontana della sua musica. Mescolare i colori, accostarli l’uno all’altro è come mettere insieme i suoni di un’orchestra. I suoi quadri ricordano le sue canzoni. In entrambi i casi l’autore non si ferma a spiegare. L’arte di Conte è un tutt’uno. Nasce dall’osservazione, dall’ascolto e dall’ambizione di ritrarre, sia questo con musica e parole oppure con matite e pennelli.

Un quarto di secolo fa, Conte realizzò un’opera poliedrica intitolata Razmataz, in cui univa la musica al disegno, la pittura alla narrazione in una grande visione teatrale. Un’opera “totale”, concepita come una sorta di musical jazz d’autore, ambientato nella Parigi degli anni Venti — un’epoca di libertà creativa, di contaminazioni culturali e di avanguardia.

La mostra riparte da qui. Paolo Conte raccontava in una canzone di tanti anni fa dei Pittori della domenica, e della loro particolare sensibilità[1]. Sensibilità che Conte ha saputo condividere, mettere sul piatto e sollecitare a tanti livelli.

La mostra è un’occasione per scoprire un artista simile a se stesso, apparentemente pigro ma splendidamente raffinato, in grado di nascondere tesori fra i revers di una giacca stropicciata. Indossando uno smoking davanti a un pianoforte o tracciando linee su un foglio di carta. E in ultimo c’è il rapporto di Conte con la sua città, fatto anche di certa ritrosia ma autentico, una città che lo ama come la provincia piemontese sa fare, senza esagerare, ma con orgoglio. Canta lo stesso Conte “Parigi accoglie i suoi artisti, pittori, mimi musicisti”[2]. Le città accolgono i propri figli, biologici o adottati che siano. Non è detto che i grandi figli siano prerogative di grandi città. Asti è una piccola città ma ha avuto e ha grandi figli. Uno di questi è Paolo Conte.


Note

[2] da Blue tangos Paolo Conte, 1979 https://youtu.be/25hdicMcths?si=OgsLI0W2u2xBwEmR

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