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Papa Francesco: "diseguaglianze e guerra non sono vero progresso"

di Luca Rolandi


"Il nostro cuore stasera è a Betlemme, dove ancora il Principe della pace viene rifiutato dalla logica perdente della guerra, con il ruggire delle armi che anche oggi gli impedisce di trovare alloggio nel mondo".

Evocando "il contesto nel quale Gesù nasce" e l'allora "censimento di tutta la terra", nel corso dei messaggi di Natale, omelia della veglia e benedizione Urbi et Orbi al mondo Papa Francesco ha ricordato che "mentre l'imperatore conta gli abitanti del mondo, Dio vi entra quasi di nascosto; mentre chi comanda cerca di assurgere tra i grandi della storia, il Re della storia sceglie la via della piccolezza. Nessuno dei potenti si accorge di Lui, solo alcuni pastori, relegati ai margini della vita sociale".

Ancora Bergoglio ha ricordato come ancora oggi vi sono molte “stragi di innocenti” nel mondo, “nel grembo materno, nelle rotte dei disperati in cerca di speranza, nelle vite di tanti bambini la cui infanzia è devastata dalla guerra”. In occasione della tradizionale benedizione urbi et orbi di Natale, papa Francesco evoca l’eccidio di bambini che nel racconto evangelico il re Erode compie dopo la nascita di Gesù, dice “no” alla guerra e “no” alle armi, invia il suo “abbraccio”, in particolare, ai cristiani.

Nel messaggio di Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2024 che, quest’anno abbina anche il tema delle nuove tecnologie l'appello è rivolto ancora una volta a ridurre disuguaglianze e conflitti "che non possono essere considerate vero progresso”. Monito contro i gravi rischi delle campagne di disinformazione che possono alimentare terrorismo o interferire nei processi elettorali. Appello, poi, alla comunità internazionale perché adotti "un trattato internazionale vincolante” che regoli uso e sviluppo dell'IA”.

Una pace, quella di cui parla il Papa, che passa anche attraverso il progresso della scienza e della tecnologia, che “nella misura in cui contribuisce a un migliore ordine della società umana", porta "al miglioramento dell’uomo e alla trasformazione del mondo”.  

Di contro, questo stesso mondo divenuto scenario di una terza guerra mondiale a pezzi “non ha proprio bisogno che le nuove tecnologie contribuiscano all’iniquo sviluppo del mercato e del commercio delle armi, promuovendo la follia della guerra. Così facendo - scrive Francesco - non solo l’intelligenza, ma il cuore stesso dell’uomo, correrà il rischio di diventare sempre più ‘artificiale’”.

 


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