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La Posta della Porta di Vetro. "Su Gaza non siamo allineati!"

Aggiornamento: 31 lug

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Sull'articolo L'orrore di Gaza: perché gli ebrei italiani non si dissociano [1] riceviamo da Dunia Astrologo


Eh, no, signor Vietti! Non faccia anche lei l’errore che fanno coloro che assimilano indiscriminatamente tutti i cittadini di Israele a chi Israele governa. Gli ebrei della diaspora in tutto il mondo hanno fatto e stanno facendo continuamente manifestazioni, stanno prendendo la parola, stanno scrivendo appelli, rivolti soprattutto agli stati occidentali (Usa, Ue), perché finiscano di restare inerti di fronte al genocidio in atto a Gaza e alla colonizzazione violenta della Cisgiordania. 

Nel mio piccolo, assieme ad amici delle organizzazioni ebraiche LeA e Mai indifferenti, abbiamo sottoscritto un appello con all’inizio circa 300 firme, successivamente cresciute fino al doppio, che è stato pubblicato su giornali italiani ed è rimbalzato sui quotidiani europei e statunitensi. Da oggi in poi verranno fatti sit in davanti alle sedi del governo, Parlamento, etc., da parte delle stesse organizzazioni. Vi sono stati dibattiti animatissimi  alla presenza di relatori come Anna Foa, Gad Lerner, Anna Momigliano ed altri in cui era notevole la partecipazione di un pubblico di ebrei. È stata organizzata, sempre dalle stesse e da altre organizzazioni ebraiche, in molte città italiane la visione del film No other Land, come occasione di dibattito anche sul futuro dei palestinesi e degli israeliani. 

Quello che lei dice vale solo (non è poco, è vero) per le istituzioni ufficiali delle comunità ebraiche italiane. Che sono effettivamente, e non da ora, allineate con lo Stato di Israele e con la sua politica colonialista/segregazionista. Quindi non è vero che “gli ebrei” - entità collettiva e indistinta - non prendono posizione. La prendono in moltissimi e con grande senso di sgomento e dolore per quello che sta accadendo e per tutte le implicazioni politiche e morali di questo atroce baratro che sta travolgendo tutti noi (ebrei e non). Che poi vi siano illustri personalità del mondo ebraico che non vogliono/possono/riescono a farlo è un problema essenzialmente loro, e non può, né deve, coinvolgere tutti gli altri.


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