L'immaginifico Trump sponsor di un immaginario bitcoin
Aggiornamento: 26 nov 2024
di Galeno
Ci risiamo: i giovani medici, miei amici, che si rivolgono a me per consigli e incoraggiamenti usando un congegno che chiamano WhatsApp – chissà che cosa vuol dire –, mi chiedono anche spiegazioni su argomenti di cui so nulla! Forse anche le mie azioni in campo medico erano così, ma sapevo ben mascherare le carenze e poi, seriamente, per il solo fatto di osservare l’ammalato con cura, attenzione e compassione, superavo tutti gli altri medici ignorantissimi.
Mi hanno chiesto se il bitcoin esiste, se Trump esiste e infine se ci sono gravi rischi con il bitcoin, ancora più ora che ha festeggiato la vittoria di Trump. Proviamo a guardare tutto da vicino, come facevo con gli ammalati del mio II Secolo.
Il bitcoin esiste? Dico di no e a chi obietta che ho torto dico: so che è un numero in un registro,[1] ma mostratemi che le persone sono obbligate a accettarlo in pagamento. Nessuno è obbligato? Allora non esiste! Maestro, ha obiettato un allievo: un bitcoin vale un sacco di soldi! Certo, ma sempre guardando da vicino alla questione, significa solo che tante persone credulone dànno soldi veri per vedere un numerello scritto sul loro registro, sperando che altri creduloni poi glielo pagheranno di più. Intanto il Gatto e la Volpe, usciti dal libro di Pinocchio, scorrazzano nel mondo reale. Che ne so di Pinocchio? Tranquilli, so tutto di quel capolavoro!
Passiamo a Trump. Esiste? Direi di sì, con margini di dubbio che vi rappresento. Se potessi visitarlo vedrei che ha un cuore rigidissimo, uno stomaco da struzzo, un cervello puntuto, capace di machiavellismi. Possibile che non capisca che il ministri-barzelletta che sta scegliendo sarebbero dannosi prima di tutto alla sua amministrazione? Probabilmente lo sa benissimo, ma calcola che il Senato, pur in maggioranza amico, li boccerà, e allora – ecco la grande finzione – potrà disperarsi con gli elettori che non lo lasciano governare.
E l’accoppiata bitcoin-Trump? Dopo la vittoria del personaggio, che ha dichiarato senza mezzi termini di essere favore del bitcoin, il prezzo è salito sino a 92.500 sesterzi – ops… dollari – e li è rimasto, con oscillazioni ben governate dal Gatto e dalla Volpe. Ma… se anche solo un decimo dei possessori decidesse di vendere? Ho chiesto ai giovani del vostro XXI Secolo, quelli con cui dialogo dal mio II Secolo, di interrogare uno di quei vostri oracoli che chiamate intelligenza artificiale[2] anche per sapere che cosa farebbero il Gatto e la Volpe, cioè i broker: “In risposta a un'improvvisa ondata di vendite, alcuni broker potrebbero implementare misure per limitare le operazioni, come l'aumento dei margini richiesti o la sospensione temporanea del trading su Bitcoin” e poi “Alcuni investitori potrebbero decidere di liquidare le loro posizioni per evitare perdite maggiori, contribuendo ulteriormente alla pressione al ribasso sui prezzi”. Traduco: un disastro.
Che fare? Non chiedetelo a me che sono un medico, interrogate i vostri banchieri, soprattutto i banchieri centrali che sembrano molto distratti sulla questione.
Note
[1] Ndr - I distributed ledger o libri contabili distribuiti di cui si parla per le criptovalute; Galeno è bravissimo, ma se volete sapere tutto sul Bitcoin e i suoi “cugini” leggete la pagina https://www.consob.it/web/investor-education/criptovalute della Consob, l’ Autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari.
[2] In questo caso, l’interessante Perplexity. La risposta sta a https://www.perplexity.ai/search/che-cosa-accadrebbe-se-un-deci-s3.yFNIXRm.L7TjHwkYhgQ
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