Il valore inossidabile della verità da Leone XIII a Leone XIV
- Emanuele Davide Ruffino e Germana Zollesi
- 12 mag
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Aggiornamento: 13 mag
di Emanuele Davide Ruffino e Germana Zollesi

Un dato è certo: il ritmo con cui si susseguono i proclami obbligano a rivedere le modalità di comunicazione in quanto non si ricerca più la verità, ma il sensazionalismo alla ricerca di un immediato consenso.
In questo scenario il nuovo Pontefice, Leone XIV, ha invitato, nel suo primo incontro con i giornalisti, a cercare "con amore" la verità e dicendo 'no" alla "guerra delle parole e delle immagini", ricorda che "la pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza". Parole che hanno portato a un altro invito ai giornalisti: a essere "operatori di pace", a "respingere il paradigma della guerra", per ribadire infine la solidarietà della Chiesa a quanti sono incarcerati "per aver cercato e raccontato la verità", chiedendone la liberazione, perché "la sofferenza di chi è imprigionato interpella la coscienza delle nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa".
Ragionare, prima di giudicare
Inviti tutt’altro che banali, in un mondo mediatico dove si fatica a trovare una sintesi di quanto ci viene quotidianamente proposto e non si riesce più a trovare il tempo di verificare, un mese o un anno dopo, l’affidabilità della notizia. Ammesso che se ne abbia l'intenzione. A dire il vero, qualche umorista si diverte a ripescare le dichiarazioni rilasciate da qualche vip politico, sottolineandone le contraddizioni, ma tutto finisce nella retorica che ci si riferiva a situazioni profondamente diverse. E non hanno neanche torto se a dominare è la degenerazione del pensiero debole e del relativismo.
Il richiamo alla Dottrina Sociale della Chiesa ci riporta a Papa Leone XIII che rifuggendo da ogni dualismo volto a separare la realtà spirituale da quella del mondo, riafferma l’insegnamento dei Padri della Chiesa (Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino in particolare) e il loro tentativo di coniugare la razionalità con la fede ripropongono un nuovo modo di interpretare le cose della vita interrogandosi sulle implicazioni e sulle esigenze concrete della fede, anche a livello sociale.
Leone XIII, muovendosi dal riconoscere la libertà dell’uomo come fondamento della sua dignità, articola la relazione tra la libertà e la verità che la ragione può discernere, senza però accettare il falso in nome della libertà: la verità e l’onestà hanno il diritto di essere propagate, mentre le falsità devono essere contrastate con forza (concetto espresso in Libertas, 1888). La relazione tra la libertà e la verità è tutt’altro che risolta e s’ingigantisce in forme esponenziali con la crescita della facilità con cui si possono diffondere le notizie. Oggi con i social, non si ricerca neanche più la verità, ma si gioca a creare notizie o scandali, per ricavarne notorietà. Alla stessa stregua non è importante partecipare ad un evento, ma fare un self da diffondere; una situazione inaccettabile, per esempio, quando, anziché chiamare immediatamente i mezzi di soccorso, si preferisce filmare l’evento drammatico.
L'informazione falsa, non è informazione
Leone XIII denunciò con forza le idee socialiste, giustificando il diritto di proprietà privata, ma lo subordinò al bene comune: Leone XIII difese il giusto salario, il diritto di costituire associazioni professionali, la necessità di adattare le condizioni di lavoro dei ragazzi e delle donne, il riposo domenicale. Ri-parafrasando il concetto per cui il diritto di proprietà è la condizione di una libertà reale, la verità è la condizione per un’effettiva libertà d’informazione. Leone XIV riprende questo concetto riproponendolo nel contesto attuale cercando di risvegliare le coscienze assuefatte ad una spettacolarizzazione degli eventi o ad una loro rielaborazione effettuata da un’intelligenza artificiale non ancora del tutto affidabile e soggetta a controlli instabili.
A fronte delle difficoltà di risolvere agli oltre 50 conflitti militari in essere, si assiste ad un prolificare di trattative, per cui viene quasi da pensare che sarebbe opportuno l'astensione di dichiarazioni o commenti per qualche giorno di tutte le parti in causa... o che noi tele-radio-social-spettatori (in alcuni casi dipendenti) ci dovremmo astenerci da porci all'ascolto. Ma ciò non è possibile, perché tutti hanno diritto di essere informati ma questo diritto non può inficiare la possibilità di ripensare un nuovo ordine sociale che superi contrasti strumentali e consenta di ricreare forme civili di convivenza.













































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