Il predominio militare di Israele "uccide" anche la propaganda iraniana
di Michele Corrado

La rappresaglia israeliana nei confronti dell’Iran ha confermato alcuni aspetti delle IDF che collocano le capacità e la struttura di tali Forze Armate come assolutamente uniche nel panorama internazionale. Israele ha dimostrato che può colpire obiettivi di qualsiasi tipo all’interno del territorio iraniano, con una percentuale di realizzazione praticamente pari a quanto pianificato e può farlo senza subire alcun tipo di perdita negli assetti impiegati.
Di contro, l’Iran ha dimostrato di non avere capacità reali di protezione certa di alcuna area-obiettivo e di essere incapace di causare perdite alle Forze avversarie. Più che una rappresaglia, militarmente, è stata una prova reale per testare il livello di capacità delle Forze aeree dell’IDF. E tale prova ha dimostrato che Israele può colpire in Iran quello che vuole e quando vuole.
In un conflitto senza continuità territoriale fra i contendenti e con azioni offensive portate solo via aria è fondamentale la capacità tecnologica di protezione dei propri obiettivi e di distruzione dei vettori avversari. Se poi si riesce anche a colpire l’avversario senza perdite, la “partita” è pressoché chiusa.
Al netto del prezzo che continuano a pagare le popolazioni civili da oltre un anno di guerra, dalla Striscia di Gaza al Libano, e mantenendo estranee (anche se non lo sono del tutto quando si parla di armamenti e di finanziatori) questioni di politica interna e internazionale, e dunque della ricerca di una soluzione di cessate il fuoco, le Israeli Defence Forces hanno mostrato struttura ed uno sviluppo assolutamente peculiari; pur essendo concettualmente Forze difensive (non strutturate per operazioni di conquista in territorio avversario), sono organizzate e condotte per la distruzione delle Forze avversarie sul territorio di queste.
Israele, constata l’impossibilità di condurre operazioni militari difensive sul proprio territorio vista la sua minima profondità, ha traslato queste operazioni sul territorio dell’avversario. Queste operazioni appaiono quindi - come ad esempio quelle che sta svolgendo nel sud del Libano - di livello offensivo, ma in realtà, per quanto possa apparire a sua volta paradossale per la sua capacità distruttiva di uomini e cose, hanno uno scopo difensivo. Ed è per questo che non perseguono lo scopo di occupare permanentemente aree o centri abitati, ma quello di distruggere infrastrutture ed unità avversarie all’interno di una fascia di territorio ritenuta da loro adeguata a fornire la dovuta sicurezza. Ciò consente anche di mantenere sempre l’iniziativa - derivata anche dai rapporti di forza di cui sopra - e decidere il ritmo delle operazioni insieme con la tipologia di unità da impiegare. Del resto, si opera sempre in territorio avversario, mai sul proprio.
Tale capacità, necessita di tecnologie costantemente superiori, di una supremazia aerea senza cedimenti e di una Dottrina di impiego integrata (in particolare per la condotta di azioni aeree ed aero-terrestri), finalizzata alla distruzione di forze ed armamenti avversari.
E finché Israele sarà in grado di mantenere questo predominio, potrà continuare a dettare le “regole del gioco” in tutta l’area Medio-orientale senza possibilità per gli avversari di alterare gli equilibri di forze.
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