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Guerra vietata nei libri di storia: la nuova utopia dei Cinquestelle

di Mauro Nebiolo Vietti


Non c’è niente di negativo nel prendere decisioni di pancia, anzi, tutti lo facciamo ed anche sovente. Mi è successo di prendere decisioni istintive (quelle appunto di pancia) di cui non mi sono affatto pentito, mentre, nella maggior parte dei casi, ad un orientamento istintivo si sovrappone per fortuna la testa che propone alcuni passaggi logici per confermare o smentire la scelta di pancia.

Facciamo un esempio: quando Grillo ha proposto dalle piazze italiane l’abolizione della povertà e della corruzione, il mio istinto ha detto “evviva, io ci sono”, poi la testa mi ha suggerito di riflettere su cosa significa trasferire un’utopia al pratico, ricordando che già nell’antichità si auspicavano comunità governate dai filosofi dove il potere era diviso dalla ricchezza, utopie appunto, belle, ma impossibili.

Ora i Cinquestelle ce ne propongono un’altra: “cancelliamo la guerra dalla storia e dai libri”. E cosa dicono le pance, compresa la mia, “è vero, cancelliamo, Salk e Sabin hanno eliminato la poliomielite, noi eliminiamo la guerra”; ma ecco che arriva la testa (beati quella che l’hanno anestetizzata, così non disturba più) che insiste per raccontare favole come quella del lupo che "vide un agnello che beveva ad un torrente sotto di lui e gli venne voglia di mangiarselo; così gli disse che gli sporcava l’acqua 'ma tu sei a monte ed io a valle' rispose l’agnello, ma il lupo non desistette 'tu sei l’agnello che l’anno scorso ha insultato mio padre'. Rispose l’agnello: 'ma io non ero ancora nato'. 'Sei bravo ad inventare scuse per tutto', disse il lupo che saltò addosso all’agnello e lo mangiò".

Realizzo che, se ci fosse stato un pastore con un fucile, il lupo non avrebbe attaccato l’agnello e mi viene in mente l’aggressione di Putin all’Ucraina, ma non è così perché, mi viene spiegato, i fatti dell’Ucraina sono piccolezze, bisogna sfogliare invece qualche libro di storia dove di lupi a cui piacciono gli agnelli, se li trovano indifesi,  se ne possono trovare a centinaia.

Grandi stati, piccoli latifondi, feudi confinanti hanno visto rispettare chi può difendersi o attaccare se il vicino è considerato debole ed è una mentalità comune applicata anche nei rapporti di vicinato; nei villaggi della Iugoslavia, implosa in piccoli staterelli, serbi e croati hanno iniziato a sparare ai loro vicini di casa mussulmani perché le loro squadracce garantivano l’immunità, ovviamente a condizione che il vicino non si fosse anche lui armato e unito a compagni, tutti decisi a difendersi.



 

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