top of page

Giornata di lutto per il mondo del giornalismo radiotelevisivo

La scomparsa di Carlo Sassi e Furio Focolari, l'uno "padre" della moviola alla Domenica sportiva e l'altro inviato per gare alpine a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta


ree

Due volti noti, entrambi legati alle immagini, ai campioni e alle emozioni con le relative discussioni che ci immergono nello sport. Carlo Sassi avrebbe compiuto 96 anni mercoledì prossimo. Indimenticabile suo stile nella cornice di una serietà esemplare per l'asciuttezza del linguaggio che da quel 22 ottobre 1967 caratterizzò la Domenica Sportiva, all'epoca condotta da Enzo Tortora con la moviola, rivoluzionario giudice monocratico che deliberava "scientificamente" attraverso le immagini al rallenty la correttezza di una decisione arbitrale o di un'azione. La sera del 22 ottobre 1967, Carlo Sassi analizzò con la freddezza di un entomologo un goal (fantasma) del Golden boy del calcio italiano, Gianni Rivera. Rete contestata in un contestatissimo derby della Madunina, Inter e Milan.

In quel 22 ottobre, quinta giornata del campionato di serie A, Carlo Sassi fece rivivere anche un altro momento particolare del calcio italiano, l'altro derby del pomeriggio (tutti rigorosamente in campo alle 14,30), quello della Mole tra Juventus e Torino, prima domenica senza Gigi Meroni, l'estroso attaccante del Toro morto sette giorni prima all'età di 24 anni, investito da un'auto alla cui guida vi era un giovane tifoso granata che all'inizio del nuovo millennio sarebbe diventato presidente della società, Attilio Romero. Il Toro travolse la Vecchia Signora per 4 a 0 e i tabellini segnarono per tre volte il nome dell'indio franco-argentino Nestor Combin che, ironia della sorte, la Juventus aveva scaricato al Varese due anni prima. Carelli, sostituto di Meroni, completò la goleada granata.

Grazie all'interpretazione scientifica di Carlo Sassi, che si affidava al mitico Heron Vitaletti per la guida del marchingegno, la Domenica sportiva si trasformò soprattutto in una scatola di raffreddamento (momentaneo) delle polemiche, che sarebbero comunque divampate nei giorni successivi sui quotidiani, fino all'arrivo del Processo del lunedì di Aldo Biscardi che negli anni Ottanta avrebbe sparigliato il mondo del giorno dopo calcistico.

A differenza di Carlo Sassi, figlio di un dirigente industriale, Furio Focolari era figlio d'arte. Suo padre Lorenzo era stato direttore del quotidiano L'Umanità, foglio che appartiene oramai alla nobile e antica stagione dei giornali politici del Secondo dopoguerra, ma che in quel gennaio 1947, data della sua apparizione nelle edicole, rappresentò l'ingresso a pieno titolo nell'editoria del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), poi Partito socialdemocratico italiano (PSDI), fondato l'11 gennaio dello stesso anno dal futuro presidente della Repubblica Giuseppe Saragat con la famosa scissione di Palazzo Barberini, traumatico, polemico e velenoso distacco per la sinistra italiana dal Partito socialista di Pietro Nenni.


ree

Furio Focolari, nato a Roma l’1 giugno 1947, superata l'inevitabile gavetta dell'epoca, dal Corriere dello Sport al Giornale d'Italia (importante fucina di giornalisti), fece ingresso in Rai nel 1976, dapprima in Radio alla conduzione del Gr3, successivamente con l'incarico specifico di inviato di sport che lo portò a seguire i mondiali di Spagna dell'82. Fu il suo personalissimo trampolino di lancio che lo fece atterrare alla redazione del Tg2 Sport e a seguire lo sci di uno dei periodi d'oro della disciplina alpina, che seguiva quella della Valanga azzurra: l'era di Alberto Tomba con i sigilli delle Olimpiadi di Calgary, di Albertville, di Lillehammer, dei mondiali e della Coppa del Mondo, quest'ultima conquistata dallo sciatore bolognese nel 1995, vent'anni dopo dall'ultimo successo azzurro di Gustav Thöni. Nel 1996 Furio Focolari chiuse con la Rai, ma non con la passione giornalistica, cui ridiede smalto con la collaborazione a un'emittente radiofonica romana. Una passione fermata soltanto dalla più crudele delle malattie, la Sla.


Commenti


L'associazione

Montagne

Approfondisci la 

nostra storia

#laportadivetro

Posts Archive

ISCRIVITI
ALLA
NEWSLETTER

Thanks for submitting!

Nel rispetto dell'obbligo di informativa per enti senza scopo di lucro e imprese, relativo ai contributi pubblici di valore complessivo pari o superiore a 10.000,00, l'Associazione la Porta di Vetro APS dichiara di avere ricevuto nell’anno 2024 dal Consiglio Regionale del Piemonte un'erogazione-contributo pari a 13mila euro per la realizzazione della Mostra Fotografica "Ivo Saglietti - Lo sguardo nomade", ospitata presso il Museo del Risorgimento.

© 2022 by La Porta di Vetro

Proudly created by Steeme Comunication snc

LOGO STEEME COMUNICATION.PNG
bottom of page