top of page

Da domani alla Cavallerizza: "Polvere", nelle foto di Adriano Padovani

Aggiornamento: 3 mag 2023

di Tiziana Bonomo

In occasione di LIQUIDA PHOTOFESTIVAL 2023, PARATISSIMA, Adriano Padovani presenta – dopo la selezione – il suo progetto POLVERE. In esposizione cinque foto dal formato 40x60 montate su dibond. L’esposizione dal domani, 4 maggio, fino al 7 presso la Cavallerizza Reale di Torino, piazzetta Accademia Militare 3, subito dopo l’ingresso della mostra.


"Polvere" è un concentrato di creatività, fantasia, eleganza, moda, grafica, immaginazione, sensibilità, bellezza: il mondo di Adriano Padovani[1]. Fotografa da tanto tempo nonostante il suo principale lavoro sia quello del grafico, del creativo. Dopo diverse conferme ha deciso di dedicare più tempo al linguaggio della fotografia.

Adriano è abituato a guardare, a muoversi come un felino, principalmente nel mondo della moda, per creare scenografie durante le sfilate, per le vetrine di boutique di pregio, per suggerire come riprendere con macchine fotografiche o telecamere camicie, pantaloni, giacche, tessuti, per impostare inviti e comunicazioni sature di stile, eleganza e potenza. Assorbe linguaggi saturi di arte come la pittura, la scultura e la stessa fotografia.

Il sottopassaggio di Firenze

Il confine tra il mondo commerciale che deve rappresentare e le sue continue esplorazioni con la macchina fotografica hanno un denominatore comune che è quello artistico. Circa cinque anni fa il suo sguardo, il suo istinto sono rimasti attratti da qualcosa di indefinito, inesplorato, mentre percorreva con l’auto un sottopasso proprio nella città dell’arte e della moda per antonomasia: Firenze. Un sottopassaggio adiacente alla stazione di Santa Maria Novella caotico, assordante, frastornante.

Due grandi cornici nere abbandonate all’indifferenza di chi ogni giorno percorre quel luogo. Spazi per l’affissione di manifesti pubblicitari non più utilizzati sui quali il tempo, lo smog e il passaggio continuo di automezzi hanno lasciato il loro segno cambiandoli completamente. Negli anni qualcuno passando ha aggiunto altro trasfigurando quello spazio in qualcosa simile a un tazebao. Il mistero di tracce lasciate dall’abrasione dei colori e delle scritte, dal nero dello smog e della polvere.




La polvere ha lasciato affiorare segni astratti che riprendendoli in più riprese fotografiche hanno fatto affiorare forme grafiche che evocano angeli, petali, animali, graffi, geroglifici indecifrabili, frammenti di ritratti, messaggi, segni primordiali. Non solo forme anche colori: rosso, bianco, nero assoluto. Una calamita per Adriano quel sottopassaggio: un fantasma di polvere. Un’impercettibile sensazione di penetrare quell’oscurità ha generato in Adriano Padovani un rapido susseguirsi di scatti sul quale dal 2018 è tornato più volte fino allo scorso anno.



Un bisogno di rinascita

Ecco cosa dice: “Le opere originali rimarranno in quel luogo, continueranno la loro naturale mutazione come un’esposizione permanente accessibile a tutti. Le loro immagini diventeranno nuove opere, si trasformeranno ulteriormente, prima fotografie, poi ricomposte, rimodellate per altri muri e altre superfici. Si arricchiranno di nuovi significati dall’intervento, dal gesto creativo dell’artista come in un ciclo infinito di creazione e trasformazione restituendo a quei manifesti, la loro primordiale funzione: trasmettere messaggi.”

Polvere è un insieme di immagini salvate dal gesto fotografico di Adriano Padovani per non disperdere, per non abbandonare quei lavori, quelle tracce umane. Un bisogno di rinascita, di recupero carico di nuova poetica, di una riscoperta contemporaneità.



L’intenzione di Adriano si spinge fino ad immaginare: "Una trasformazione che non si fermerà, le nuove immagini saranno condivise con altri artisti: scrittori, musicisti, videomaker, i quali aggiungeranno la loro creatività integrando strato dopo strato nuovi significati in un ciclo continuo di trasformazione". Una rinascita di Polvere con altri alfabeti ricchi di arte e creatività.

Polvere non potrebbe esprimere meglio l’intenzione del Festival Liquida che come indica la direttrice artistica Laura Tota è: “Fluida, inafferrabile, ubiqua, potente e fugace: l’immagine dell’ipermodernità”.


Note

[1] Grafico, designer, da sempre si occupa di consulenze nel campo della comunicazione collaborando soprattutto con aziende nel settore della moda. Nel tempo ha integrato la fotografia alla professione sia come direttore artistico per campagne pubblicitarie e cataloghi di moda, sia con progetti su commissione. Negli ultimi anni ha portato avanti un personale lavoro di ricerca fotografica come: ‘notturni’, ‘Venezia’. ‘a mare’, ‘vista mare’, ‘scarti’, textures’ e altri. www.adrianopadovani.format.com



bottom of page