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Coronavirus fra nuovi vaccini, quarta dose e autunno alle porte


di Giuseppina Viberti e Germana Zollesi


Il monitoraggio della Fondazione Gimbe eseguito nella settimana dal 31 agosto al 6 settembre evidenzia un significativo calo dei nuovi casi di infezione da Covid 19: nella settimana dal 06 al 12 luglio, periodo di massimo numero di contagi con 728.549 nuovi casi, siamo passati a 123.782 nuove diagnosi. In calo anche gli indicatori dei decessi e dei ricoveri ospedalieri.

Purtroppo ci sono ancora 6,82 milioni di cittadini non vaccinati, di cui 1,2 milioni di guariti temporaneamente protetti; 7,6 milioni non hanno ricevuto la terza dose di cui 2,39 milioni di guariti che devono aspettare 120 giorni prima di riceverla (rischiando di diventare delle autostrade per le nuove varianti del virus).



L’AIFA ha autorizzato in Italia i vaccini bivalenti aggiornati alla variante Omicron BA.1 che in Italia non circola più e quindi il ruolo di questo primo vaccino aggiornato è marginale. Sono state somministrate ad oggi solo 2,3 milioni di quarte dosi; per gli altri 13 milioni di over 60 è raccomandato di farla con qualsiasi vaccino disponibile senza aspettare per evitare la malattia grave o il ricovero.


Vaccini aggiornati e quarta dose

Purtroppo la campagna vaccinale per il secondo booster procede a rilento e il rischio è di trovarsi in autunno per l’ennesima volta ad inseguire il virus con alti rischi per la salute dei più fragili. I vaccini più aggiornati contro Omicron BA.4 e BA.5 forse saranno approvati da EMA a fine settembre e non saranno distribuiti prima di novembre- dicembre. Nell’attesa di raggiungere un’immunità tale da impedire o rallentare il contagio da persona a persona, nell’immediato futuro si potrà sempre più disporre di vaccini duplici o bivalenti, cioè in grado di accrescere lo spettro delle protezioni verso le possibili forme di contagio. Si tratta di assicurare il livello più alto possibile di salvaguardia bloccando il passaggio delle nuove varianti (Centaurus e Omicron 5, in particolare) che, in autunno, potrebbero tornare aggressive. I bivalenti Comirnaty Original/Omicron BA.1 e Spikevax Bivalent Original/Omicron BA.1, di Pfizer Biontech e Moderna, secondo l’EMA sono in grado di innescare forti risposte immunitarie e sono allo studio altre combinazioni per rispondere alle subvarianti che si stanno sviluppando.


Politiche sanitarie degli Stati

Alla revisione dei vaccini, le politiche sanitarie si stanno organizzando per offrire sempre più programmi di massa. Gli Stati Uniti prevedono vaccini aggiornati contro il Covid da inoculare una volta l'anno, in autunno, come per l'influenza (sicuri, facili da ottenere e, fatto non trascurabile negli USA, gratis).

In Cina si è predisposto un vaccino inalabile, prodotto da CanSino Biologics di Tianjin, che ha ottenuto l'approvazione della National Medical Products Administration e sarà somministrato con nebulizzatore come booster per l'utilizzo di emergenza.

La Federazione russa, utilizzando la strategia della doppia vaccinazione con vettori virali differenti, sviluppati dal Gamaleya Research Institute of Epidemiology and Microbiology, si è posta l'obiettivo di prevenire la malattia sintomatica in oltre il 90% dei casi (come riportato anche dalla rivista "The Lancet").

L’Europa oltre ad approvare la distribuzione dei vaccini prodotti dalle varie aziende dovrebbe anche impostare politiche di più ampio respiro perché il problema non è solo da affrontare a livello individuale ma collettivo e, avendo tolto le frontiere, non può che essere affrontato a livello comunitario.


“Eredità del coronavirus”

La gestione della pandemia, le resistenze alle campagne vaccinali e l’incombenza delle prossimi elezioni politiche, obbligano a rimanere rigidamente vincolati alla realtà. Purtroppo la pandemia da Covid 19 è ai margini delle proposte elettorali e non si conosce il piano pandemico per affrontare l’autunno-inverno.

Questo tema è molto divisivo, ma l'evitarlo non autorizza a pensare che la pandemia sia completamente debellata illudendo i cittadini che tutto sia magicamente finito. Purtroppo al Coronavirus si assocerà l’influenza stagionale e gli effetti, senza un’adeguata campagna vaccinale per entrambe le patologie, saranno particolarmente gravi per la sanità pubblica, mettendo a rischio i soggetti fragili.


L’eredità culturale del Coronavirus sarà una maggiore attenzione alle potenzialità della prevenzione (da sempre considerato il più efficace intervento in ambito sanitario) o una divisione tra opposti estremismi, tra chi considera il vaccino la causa di tutti i mali e chi invoca la forza per vaccinare gli scettici?

La scienza si dovrebbe riappropriare della questione riportandola nell’alveo della ricerca che, per definizione, è in continua evoluzione e quindi fornisce soluzioni continuamente in fase di revisione. Non c’è la verità assoluta, ma la consapevolezza che le azioni di politica sanitaria devono essere aggiornate alle conoscenze attuali. Fra cent’anni si rileveranno numerosi errori nel nostro operato, esattamente come accade oggi guardando il passato. Però è fondamentale avere piena consapevolezza che l’errore è parte essenziale della ricerca scientifica e nel progresso delle conoscenze e la nostra società dovrebbe essere impegnata nell’analizzare ogni nuovo dato proveniente dalla realtà e marginalizzare i mega processi su tutto ciò che accade. Fino a prova contrario è ancora la ricerca e non le polemiche a concorrere alla cura delle persone.






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