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Cina e covid, la muraglia non è più così granitica

Aggiornamento: 5 gen 2023

di Giuseppina Viberti e Germana Zollesi

Che cosa stia succedendo in Cina è un rebus difficile da comprendere per noi occidentali, ma il peso che questa superpotenza ha raggiunto in molti settori della nostra vita, ci obbliga a cercare un’interpretazione, anche perché le decisioni nel contrastare la pandemia sono sempre più interconnesse. Finché si applicava un rigido lockdown, la discussione rimaneva confinata nell’ambito delle scienze epidemiologiche. Ora, però, con la pretesa cinese che invoca il principio di reciprocità e le decise critiche alle restrizioni anti Covid scattate dopo la riapertura dei confini, il problema si sposta sul piano politico. Molte nazioni, per tutelarsi, stanno applicando misure precauzionali che stanno generando dure reazioni da parte di Pechino.

 

I test sui viaggiatori cinesi

Le informazioni sulle dinamiche della pandemia in Cina non sono mai state troppo trasparenti. In primis, da come il virus è nato, a quale reale impatto ha avuto sulla realtà economico-sociale. Non a caso l’Oms, l'Organizzazione mondiale della Sanità, ha nuovamente chiesto "la condivisione regolare di dati specifici e in tempo reale sulla situazione epidemiologica – in particolare più dati di sequenziamento genetico, dati sull’impatto della malattia compresi i ricoveri, i ricoveri in terapia intensiva e i decessi – e dati sulle vaccinazioni effettuate e sullo stato di vaccinazione, specialmente per le persone vulnerabili e in quelle di età superiore ai 60 anni”.

Di certo, gli effetti devono essere stati devastanti per generare le severe misure di contenimento adottate, così come d’impatto devono essere state le reazioni popolari che hanno determinato un rapido cambio di policy cui il resto del mondo non era preparato. Probabilmente i dati sugli andamenti economici cominciavano a segnalare preoccupanti regressioni, tali da far accettare una riesplosione della pandemia. Il monolitico sistema di Xi Jinping, che solo poche settimane prima, in occasione del XX Congresso nazionale del Partito comunista cinese, sosteneva la necessità di mantenere un rigido lockdown, si è convertito al permessivismo, per lo meno a livello internazionale. A Shanghai però gli ospedali sono stracolmi e sono costretti a curare i malati finanche sui marciapiedi, ma le autorità cinesi rifiutano gli aiuti europei e di Formosa (anzi non rinunciano all’idea d’invaderla militarmente).


Onu "dominata" dai veti incrociati

La pandemia non è solo un problema medico, ma influisce su tutti gli aspetti della vita, a cominciare dai risvolti economici, fino al punto di parlare di deglobalizzazione come impossibilità di mantenere il livello di contatti preesistenti. Sicuramente molte catene di approvvigionamento si sono dovute riorganizzare ed alcune sono state soppresse: il lockdown ha cambiato lo scenario politico e le abitudini di milioni di persone, condizionati dall’insicurezza e da reazioni scomposte.

La guerra dei tamponi, scatenata dal volere di molti governi nel tentativo di tutelare le popolazioni da un virus estremamente contagioso e con scarse informazioni sulla diffusione di nuove varianti, è solo la manifestazione più evidente di un problema di convivenza tra le nazioni, in assenza di un ordine mondiale consolidato. Le Nazioni Unite e i suoi organismi, sono spesso bloccate da veti incrociati e gli stessi test sono stati rallentati da Paesi che mantengono stretti rapporti commerciali (leggasi Germania), altri alle prese con scadenze elettorali o con reazioni isteriche da parte della popolazione.  I dati epidemiologici ormai vengono interpretati a uso e consumo di posizioni preconcette (per non dire manipolate) e qualsiasi posizione assunta rischia di apparire di parte.

Pechino ritiene palesemente scorretta l’imposizione sui tamponi obbligatori all'arrivo quali "pratiche eccessive", costringendo il nostro ministro degli Esteri Tajani a precisare che l'Italia non vuole offendere la Cina, ma soltanto "difendersi dai contagi di Covid-19.  All'opposto, il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning, ritiene che i provvedimenti siano privi di basi scientifiche e alcune pratiche inaccettabili, aggiungendo che la Cina potrebbe "prendere contromisure, secondo il principio di reciprocità". Se è vero che ogni giorno ci sono tra gli undici e i diciottomila morti per Covid, forse qualche contromisura sarà sicuramente da adottare.

 

Selezione e ritorno alle misure preventive

Il mondo scientifico deve fornire informazioni oggettive su come prevenire le infezioni, problema combattuto per secoli e che ha sempre generato grandi contrasti, perché non rappresenta solo un problema individuale, ma si manifesta in forme progressive lasciando margine alle discussioni su come ostacolarlo. Se vi possono essere diversità su quali provvedimenti adottare alla frontiera o quale normativa fiscale adottare per rendere meno pesante il peso di una chiusura dei mercati (alcuni però hanno trovato possibilità di accrescere i profitti), così non può dirsi dei progressi scientifici che hanno permesso di conoscere meglio il virus e su come poterlo contrastare.

La scienza, in attesa di nuove scoperte, ha riscontrato un aumento dell’efficacia vaccinale dopo la somministrazione della dose booster, in tutte le fasce di età, sia nella prevenzione dell’infezione di SARS-CoV-2 che della malattia severa, rispetto alla vaccinazione completa con due dosi, secondo l'Istituto Superiore di Sanità. Le analisi sull'efficacia vengono svolte sia in laboratorio, sia rilevando i dati su campioni rappresentativi della popolazione confrontando la frequenza dei vari eventi (infezione, malattia, malattia con ospedalizzazione, malattia con ricovero in terapia intensiva, decesso).

La presenza di alcuni dati, apparentemente incongruenti alla rapidità di diffusione e alle carenze di notificazione, devono essere riferite - statisticamente - alle persone che risultano ‘non vaccinate’, ma che vantano una protezione data dall’infezione pregressa, e ciò porta ad una sottostima dell’efficacia.

In futuro bisognerà saper tenere distinti quelli che sono gli aspetti economici (compreso le misure da adottare in un mondo che non può più rinunciare alla globalizzazione, ma che deve governarla con maggiore efficacia), dagli aspetti psicologici (il lockdown ha portato molti anziani costretti alla solitudine all'abuso di cibo e di alcol che provocheranno, nel volgere di poco tempo, l’esplodere di patologie correlate), e dai riflessi politico-sociali (ridefinendo ruoli e gerarchizzandone i valori). Il ruolo delle scienze mediche è quello di ridare certezze, basandosi su dati oggettivi e scevri da qualsivoglia dogma. Compito non facile, ma indispensabile.

 

 

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