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Biden (a malincuore) cede il passo a Kamala Harris

di Vice


"Biden steps aside" (Biden si fa parte) titola il Washington Post on line. With Biden out, democrats pivot to Harris (Con Biden fuori, i democratici si rivolgono a Harris), scrive il New York Times. E' la notizia del giorno che scuote l'America - anche se da tempo era nell'aria - e che attraversa in tempo reale il mondo intero, con le sue prime (modeste) ripercussioni sulle principali piazze d'affari.

Come si è giunti a questa importante decisione, soprattutto per il partito democratico americano? Il Washington Post, come gli altri grandi media statunitensi, ne ha ricostruito i passaggi cruciali, quelli che hanno suggerito e fatto da sfondo al presidente in carica, e fino a ieri in corsa per la riconferma, a chiudere la sua lunga carriera politica.

L'uscita di scena si è consumata nel fine settimana, con il presidente "tentenna" che ha riunito nel Delaware, racconta ancora il Washington Post, un piccolo gruppo di famigliari e di consiglieri. Traduzione immediata: la caduta nei sondaggi non suggeriva ulteriori dilazioni. Stretto all'angolo, a Biden non è rimasta che l'unica soluzione possibile, oramai nei minuti di recupero, per accreditare alla sua figura, e di riflesso al partito democratico, l'immagine dello statista che antepone fino in fondo gli interessi del suo Paese. Un servitore dello Stato: in linea di coerenza, che una parte degli americani gli riconosce, con il profilo che ha saputo ritagliarsi e che sono emersi soprattutto nei mandati trascorsi da vice del presidente Barak Obama.

Da un vice all'altro: in questo caso, Joe Biden ha indicato l'attuale numero due della Casa Bianca Kamala Harris, sulla rampa di lancio per la nomination dei democratici, su cui parte dei big si sono espressi già accodati, secondo il New York Times, da cui uscirà il nome dell'antagonista di Trump e riportare la campagna elettorale all'anno zero. Il che si potrebbe rivelare anche un asso nella manica per i democratici, chiamati a esprimere proprio sul nome di Kamala Harris il massimo della coesione interna, con il vntaggil di poter inviare chiari messaggi di concordia al proprio elettorato di qui a novembre, in una battaglia senza esclusioni di colpi per la battere il tycoon. Che nei sondaggi rimane ancora il favorito nella corsa alla Casa Bianca.

Ma dall'azzeramento della campagna elettorale i democratici hanno anche un'altra carta da gettare sul tavolo per tagliare la strada a Trump e trasformarla in punto di forza: il cambio di prospettiva derivato dal ritiro di Biden si riflette volente o nolente sul candidato repubblicano che in questi mesi ha privilegiato più i toni di aggressività personale contro il suo antagonista, in particolare nelle ultime sortite, che la presentazione del suo programma politico. Fuori gioco il "nemico", lo stesso che l'aveva battuto quattro anni fa e contro il quale non aveva esitato a scatenare la rabbia dei suoi pasdaran con l'assalto a Capitol Hill, è indubbio che Trump perda una notevole posizione di rendita su cui concentrare la sua verve polemica. Senza Biden, molte dei suoi proiettili (metaforicamente parlando, visto ciò che gli è accaduto) risuoneranno a salve. E il refrain su cui già martellano i social a lui vicino, quello del Biden che dovrebbe dimettersi se non è in condizione di ricandidarsi, non pare avere una lunga gittata, né tantomeno vellicare i sentimenti di un Paese non seriamente intenzionato a precipitare nell'instabilità parolaia.




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