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BCE, Christine Lagarde e l'inflazione da dissezionare

Aggiornamento: 29 lug 2023

di Galeno


Ieri la presidentessa della BCE, Christine Lagarde, ha comunicato un altro aumento dei tassi dello 0,25% per cento. Ha anche detto: “Our future decisions will ensure that the key ECB interest rates will be set at sufficiently restrictive levels for as long as necessary to achieve a timely return of inflation to our two per cent medium-term target”; il testo base è quello in inglese; qui in nota[1] la traduzione ufficiale in italiano. Alcune delle interpretazioni si soffermano sul “will be set” che parrebbe segnalare una volontà di mantenimento senza altri aumenti. “Set”, lo so persino io che vengo da tempi remoti, è verbo elusivo con numerosi significati: il prezioso American Heritage Dictionary of the English Language ne elenca[2] quattordici.

Invece di giocare sottilmente con le parole, la BCE ci spieghi come sta dissezionando l’inflazione e anche le conseguenze del rialzo dei tassi che ha praticato sin qui. Se non lo sa è gravissimo, perché provocare una recessione senza rendersene conto è colpa grave. L’allarme non l’ho lancio io che sono un medico del passato, ma più volte l’ha fatto il governatore Visco, dalla cattedra della Banca d’Italia.

In ogni caso, meglio tardi che mai, se davvero quel “set” indica implica prudenza: ad essere in rallentamento, tra l’altro, non è tanto l'Italia che – complici bonus e super-bonus, il successo dell’esportazione dell’industria manifatturiera e indubbiamente il turismo – procede; sono invece l’ex locomotiva tedesca e anche la Francia.

Sono stato un pioniere della dissezione e l’enciclopedia Treccani[3] me ne dà il giusto merito. Sono anche abituato a non fermarmi alla prima impressione. Una parte delle decisioni di ieri ha provocato alti là dal parte delle banche: la riserva obbligatoria presso la BCE sarà a tasso zero. Tranquilli: quelle riserve valgono 165 miliardi, mentre le riserve complessive depositate dagli istituti di credito a Francoforte ammontano a circa 3600 miliardi e sono remunerate al 3,75%. I depositi dei clienti ricevono zero o poco più mentre le riserve sono ben pagate: che problemi per le povere banche!

Povera anche la nostra Presidente del consiglio, con tanto che si affanna a Washington, nella home page del New York Times e in quella del Washington Post, neanche una riga. Povera lei o povera Italia?


Note


[1] https://www.ecb.europa.eu/press/pressconf/2023/html/ecb.is230727~e0a11feb2e.en.html con traduzione ufficiale “Le nostre decisioni future assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della BCE siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine”.

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