Alberto Trentini, 291 giorni nelle carceri venezuelane
- La Porta di Vetro
- 2 set
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La crisi internazionale e lo scontro tra Usa e Venezuela rischia di allontanare i tempi di una una soluzione positiva per l'operatore umanitario italiano.

“Tutti i regimi deboli sono paranoici. Io sono stata presa come ostaggio. Ma questo posso dirlo ora. Allora non sapevo se mi avevano arrestato per qualcosa che avevo scritto... Una volta che ti hanno in pugno, vagliano tutte le ipotesi, e cercano di ottenere tutto quello che possono”. Cecilia Sala racconta in un'intervista la sua drammatica esperienza di prigioniera in Iran. Aggiunge la giornalista, quando passa a descrivere il suo ingresso nel famigerato carcere di Evin; “Ti spogliano. Devi fare il solito squat nuda. Sul pavimento sotto il metal detector sono dipinte le bandiere americana e israeliana, che devi calpestare. Gli uomini vengono picchiati. Tutti, sistematicamente. Le celle per gli interrogatori sono chiuse e insonorizzate, ma a volte vengono aperte, e senti le grida dei torturati. Anche le donne a volte vengono bastonate. A me non è accaduto”.
In automatico, il pensiero corre ad Alberto Trentini, vittima del regime venezuelano di Maduro. Lo hanno già sottoposto a pressioni fisiche o psicologiche nel carcere di El Rodeo I, dove è detenuto dal 15 novembre 2024? O aspettano di fargli pagare il ticket delle torture non appena taglierà il traguardo di un anno di prigionia, come se trattenerlo da oltre nove mesi dietro le sbarre, senza alcuna accusa specifica, non sia già di per sé la peggiore delle torture? Che cos'altro gli devono riservare i suoi aguzzini?
La domanda rischia di cadere nel vuoto in un Venezuela in cui sta prendendo il sopravvento la mobilitazione nazionalistica contro gli Stati Uniti che per fronteggiare il traffico di droga ha dispiegato nei Caraibi una potente flotta, sette navi da guerra e due sottomarini nucleari. La minaccia militare segue le mai nascoste intenzioni di Trump, sostengono a Caracas: il rovesciamento del governo del presidente Maduro (su cui pende una taglia di 50 milioni di dollari), considerato illegittimo dopo il voto del luglio 2024. Un risultato elettorale manipolato, secondo le analisi degli osservatori internazionali e il giudizio delle opposizioni, i cui principali esponenti sono oggi in esilio, in clandestinità o arrestati. In questo scenario internazionale, che vede più di un governo dell'America Latina contrastare l'ingerenza statunitense, le prospettive di riportare al centro dell'attenzione la liberazione di Alberto Trentini rischiano di ridursi sensibilmente. Il governo italiano avrà la forza di invertire la tendenza?












































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