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Alberto Trentini, 173 giorni nelle carceri venezuelane


Una notizia buona e una cattiva sulla sorte di Alberto Trentini, il cooperante italiano detenuto in isolamento da 173 giorni nel nel carcere di El Rodeo, periferia di Caracas, senza motivazione alcuna. Partiamo dalla prima che passa dal crescendo della mobilitazione in Italia affinché si prema sul governo del presidente Maduro, da ieri a Mosca per le celebrazioni dell'80° della vittoria sul nazismo: fino ad oggi, la petizione promossa per la scarcerazione di Trentini ha raccolto oltre 100 mila firme.

Intanto a Caracas, prosegue protesta dei famigliari e attivisti aderenti all'associazione Via Globale per la Giustizia che si batte per i diritti umani. Nei giorni scorsi decine di persone hanno manifestato davanti all'ambasciata messicana per chiedere che il governo messicano interceda per il rilascio dei detenuti post-elettorali in Venezuela. Le manifestazioni, come riporta il quotidiano El Impulso sono state indette dal Comitato per la Liberazione dei Prigionieri Politici del Venezuela (Clippve)" e mirano a porre l'attenzione sul caso di Bruno Juárez e Wilbert Castañeda, due cittadini di nazionalità messicana che sono attualmente privati della libertà nelle carceri venezuelane.[1]

I manifestanti, aggiunge El Impulso portavano striscioni con i volti dei detenuti e slogan che chiedevano la fine della criminalizzazione per motivi politici. I promotori della protesta hanno anche consegnato una lettera formale indirizzata all'ambasciata messicana, in cui chiedono alla presidente eletta Claudia Sheinbaum di adottare una posizione attiva in difesa dei diritti umani e di utilizzare i canali diplomatici disponibili per chiedere il rilascio dei messicani e del resto dei prigionieri politici venezuelani.

L'iniziativa rientra in una serie di attività che sono state organizzate dai parenti dei prigionieri politici e dai gruppi per i diritti umani che cercano di rendere visibile la situazione di oltre 270 persone incarcerate per motivi politici in Venezuela. Tra queste, Alberto Trentini. Di qui, la necessità di dare vita a una pari manifestazione di sostegno, inizialmente in Italia, davanti all'ambasciata del Venezuela a Roma, per contribuire a dare visibilità al caso Trentini oltre oceano. Ed è questa, infatti, la cattiva notizia: l'assenza più totale d'informazione attorno alla vicenda, priva di eco e ridotta a sola modalità diplomatica, ignorando il potenziale che esprime una protesta corale su scala internazionale.


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