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Nel segno di "Prima l'uomo": la "Fiaccolata per la Pace" a Torino

di Stefano Capello*

Quella Terra, che molte religioni definiscono Santa è troppo spesso il luogo dell’odio, della divisione e della guerra. Non si può non riflettere partendo da questo aggettivo e cioè la santità di questo luogo che, per il credente, rimane tale anche se ferito, martoriato inchiodato alla croce dell’ingiustizia e della violenza.

Tutti abbiamo il dovere di condannare quanto è avvenuto il 7 ottobre scorso nel sud di Israele, non ci sono ragioni per compiere tali atrocità.

E’ una tragedia incomprensibile che la nostra coscienza e la nostra morale hanno il dovere di denunciare con forza. La stessa coscienza e lo stesso dovere morale, tuttavia , devono dire con chiarezza che :” è solo ponendo fine a decenni di occupazione e solo dando una seria prospettiva nazionale al popolo Palestinese che si potrà avviare un progetto di pace”.

Queste coraggiose parole sono state espresse dal Patriarca Latino di Gerusalemme Cardinal Pierbattista Pizzaballa nella lettera scritta alla sua Diocesi in data 24 ottobre 2023. La pace parte dalla verità, dalla giustizia e dalla storia, una storia che si è accanita contro Israele e che si è dimenticata della Palestina.

Che tutto ciò accada in Terra Santa poi ci deve interpellare con ancor maggiore urgenza, ci deve ricordare che prima di tutto c’è l’uomo che per i Cristiani “ è l’ecce homo”. Nel Vangelo di Giovanni ( Gv.19,5) Pilato con queste parole presenta alla folla il Cristo con il volto tumefatto e la corona di spine; è con la sua passione e la sua presenza che Gesù ha reso Santa quella terra.

La santità di questo luogo nasce dal fatto che un uomo ha preso su di sé tutto il male, tutto l’odio tutta la crudeltà, la santità di questo luogo è per l’uomo; che deve sempre essere messo al centro della storia, della politica e della pace.

Lasciamoci guidare da questo evento di croce, cristiani e non, perché è sulla croce che Gesù ha vinto! Senza armi, senza sopraffazioni ma solo con l’amore per il Padre e per l’uomo.

Con la croce inizia una nuova realtà ed un nuovo ordine, quello di chi dona la vita per amore, quello dell’amore oblativo.

La sofferenza del giusto non è una spiegazione al male, ma è una Presenza d’amore, la pace non è uno slogan, è una Presenza di riconciliazione.

Se riusciremo a rimettere al centro l’uomo, la Terra Santa non sarà più abitata da Israeliani, da palestinesi o da arabi ma dalla Presenza di uomini in cerca della loro umanità.

Solo allora avremo la pace, solo allora torneremo ad essere uomini, uomini di pace.


*Delegato arcivescovile della Diocesi di Torino per l’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC).



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