La nuova legge elettorale del Piemonte
Aggiornamento: 10 lug 2023
di Giorgio Bertola*
A meno di un anno dal ritorno alle urne, anche il Piemonte ha la sua nuova legge elettorale. Non è stato né facile, né semplice, e soprattutto non era scontato per lo scarto numerico tra maggioranza di centro destra ed opposizioni (Pd, M5S, Moderati, Gruppo Monviso, Liberi Uguali Verdi, Gruppo Misto), tuttavia ha prevalso la mediazione tra le forze politiche e da venerdì scorso, 7 luglio, nell'emiciclo di Palazzo Lascaris, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato con 31 voti favorevoli, 10 astenuti e 2 contrari, la nuova legge elettorale. Il testo votato dall’aula, primo firmatario Michele Mosca della Lega ha subito radicali modifiche, frutto della mediazione con le opposizioni.
Introdotto la doppia preferenza di genere
La nuova disciplina presenta diverse novità rispetto alla precedente. Viene innanzitutto introdotta, finalmente, la doppia preferenza di genere. L’elettore potrà esprimere un massimo di due preferenze, in favore di candidati di sesso diverso. Ad integrare la parità di genere troviamo inoltre la norma che stabilisce che nessuno dei sessi possa essere rappresentato nelle liste in misura superiore al 60%. Il Piemonte era l’unica regione a Statuto ordinario, fanalino di coda, a non aver ancora adeguato la sua legge elettorale alle disposizioni nazionali in materia.
La figura del "supplente"
Altra novità è rappresentata dalla figura del “supplente”, già presente in altre regioni. La legge stabilisce infatti l’incompatibilità tra la funzione di consigliere e quella di assessore; chi farà parte della Giunta regionale dovrà quindi cedere il posto in Consiglio al primo dei non eletti del suo partito, salvo riprenderlo nel momento in cui dovesse cessare la sua carica di assessore.
Il sistema elettorale rimane invariato: 40 seggi assegnati con criterio proporzionale e 10 assegnati come premio di maggioranza sulla base del “listino” del Presidente, ma, rispetto al passato, viene garantita una quota minima di 20 seggi alle opposizioni, salvo che la coalizione vincente ottenga una percentuale uguale o superiore al 60%; in quel caso alla maggioranza andrebbero 32 seggi su 50.
Invariate le soglie di sbarramento
A restare invariate sono anche le soglie di sbarramento: 5% per le coalizioni e 3% per le liste che si presentano da sole. Il testo depositato da Mosca prevedeva inizialmente soglie del 10% per le coalizioni, del 4% per le singole liste che le compongono e del 5% per le forze che competono in solitaria.
La nuova legge elettorale non è certamente la migliore possibile. Non è stato eliminato il listino bloccato, ma la garanzia dei 20 seggi per le opposizioni andrà a erodere il numero di consiglieri eletti senza preferenze. La maggioranza ha ottenuto l’introduzione della figura del supplente, ma oltre a cedere sulla “quota 20” ha dovuto anche rinunciare all’aumento delle soglie di sbarramento, che avrebbero minato il principio della rappresentanza. Una norma non perfetta, quindi, ma sicuramente migliore di quella precedente e, soprattutto, più equilibrata rispetto a quella iniziale.
*Consigliere Regionale Europa Verde-Verdi
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