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L'Istituto Avogadro in visita alla mostra "La lunga notte di Sarajevo"


Guarda le foto. Accompagnati da due insegnanti, di Lettere e di Inglese, una ventina di studenti dell'Istituto tecnico Avogadro di Torino, ha visitato ieri pomeriggio, 15 marzo, la mostra fotografica "La lunga notte di Sarajevo", organizzata dalla Porta di Vetro all'interno del Mastio della Cittadella (Museo nazionale d'Artiglieria) con il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte; mostra che chiuderà i battenti domenica pomeriggio, al termine della pièce "Sarajevo. Frammenti di uno spettacolo".

Ad accogliere le classi dell'Avogadro, c'erano l'autore delle immagini, il fotografo torinese free-lance Paolo Siccardi, e la curatrice della mostra Tiziana Bonomo. Per i ragazzi si è trattato di un viaggio di quasi due ore all'insegna del bianco e nero delle 29 fotografie; un tuffo nel passato sconosciuto, inesistente nei loro vissuti, ma che oggi, purtroppo, ritrovano nelle immagini e nei video a colori del conflitto tra Ucraina e Russia, un'altra terribile guerra nell'est dell'Europa, come lo fu la guerra dei Balcani che portò alla disintegrazione della Repubblica federale socialista di Jugoslavia. E di quella guerra ha parlato agli studenti Paolo Siccardi, raccontando la sua esperienza nei viaggi dal 1992 a Sarajevo, capitale della Bosnia, assediata per quasi quattro anni dalle milizie serbe. Fu un prezzo umano immane per le morti e le distruzioni subite da una città che rappresentava una felice koinè sociale, culturale e religiosa, prima che il cancro del nazionalismo trasformasse in belve i politici e i militari di etnie e religioni diverse, protagonisti di una contrapposizione omicidiaria di massa.

Molteplici, come è immaginabile, le domande e i discorsi degli studenti circolati durante la visita, ma un commento, in particolare, è stato oggetto di un confronto improvvisato, che uno dei giovani ha rivolto in forma retorica a tutti i presenti: "la guerra è un omicidio di massa e crea danni enormi alla società, eppure si continua a perseguirla con insistenza, mentre sarebbe opportuno cercare sempre soluzioni pacifiche attraverso la diplomazia". Messaggio di pace delle nuove generazioni.












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