top of page

Impianto del Gerbido-Torino : tra ampliamento e zero rifiuti plastici all'incenerimento

di Vito Rosiello


ree

L’8 luglio 2025 è scaduto il termine per presentare le osservazioni alla consultazione pubblica dell'Unione Europea sull'espansione del sistema ETS (Emission Trading System). La Commissione Europea sta raccogliendo il feedback dalle parti interessate (operatori del settore, associazioni ambientaliste, enti locali, ecc.), in vista di una relazione che dovrà presentare al Parlamento Europeo e al Consiglio entro il 31 luglio del prossimo anno, per valutare la fattibilità dell'inclusione degli inceneritori  di rifiuti urbani nel sistema ETS a partire dal 2028. Questa scadenza evidenzia come le politiche europee stiano concretamente plasmando il futuro della termovalorizzazione e della gestione dei rifiuti, spingendo verso una maggiore integrazione con le logiche dell'economia circolare e della decarbonizzazione.  


Le prospettive per Iren

La questione potrebbe creare un vero e proprio "conflitto" strutturale  tra l'obiettivo di massimizzare il riciclo (e quindi ridurre la quantità di rifiuti destinati all'incenerimento) e la necessità di garantire la sostenibilità economica e operativa degli impianti di termovalorizzazione. Per il Gruppo Iren si sono incontrati nelle settimane scorse i due principali azionisti pubblici, cioè la città di Genova con il 23,58% rappresentata dalla sindaca Silvia Salis, e la città di Torino con 17,26%, rappresentata dal sindaco Stefano Lo Russo con l'obiettivo di discutere la governance dell’azienda che deve essere all’altezza delle sfide industriali, ambientali e sociali del Nord Ovest. Ne consegue che diventano cruciali anche per l’impianto del Gerbido i provvedimenti finali sull'ETS, che determineranno in modo significativo i costi operativi futuri (legati all'acquisto delle quote di CO2 fossile) e, di conseguenza, le strategie di investimento e gestione. Le osservazioni presentate probabilmente rifletteranno le preoccupazioni già emerse, come l'impatto sulla TARI e la necessità di garantire una transizione equa e sostenibile per il settore.

Ma cos’è l'EU ETS ? E’ il principale strumento dell'UE per ridurre le emissioni di gas serra in modo efficiente ed economicamente vantaggioso, basato su un Sistema di Scambio di Quote di Emissione e funziona secondo il principio del "Cap and Trade". L'Unione Europea fissa un tetto massimo (cap) alla quantità totale di gas serra che può essere emessa da tutti gli impianti che rientrano nel sistema. Questo tetto viene ridotto progressivamente nel tempo, garantendo una diminuzione costante delle emissioni complessive.  All'interno di questo tetto, le aziende ricevo o acquistano quote di emissione. Una quota dà il diritto di emettere una tonnellata di CO2 equivalente e le aziende possono scambiare (trade) queste quote. Facciamo un esempio: se un'azienda riduce le proprie emissioni e ha un surplus di quote, può venderle sul mercato, mentre se un'azienda emette più del previsto o non riesce a ridurre le emissioni, deve acquistare quote aggiuntive.

Questo sistema crea un prezzo per il carbonio, incentivando le aziende a investire in tecnologie più pulite e a ridurre le proprie emissioni, poiché emettere di più diventa economicamente svantaggioso. Il fine ultimo è raggiungere le riduzioni di gas serra stabilite dall'UE (ad esempio, -55% entro il 2030 rispetto al 1990).

ree

Ma perché gli inceneritori sono stati inclusi negli ETS?

Gli inceneritori, in particolare quelli che bruciano rifiuti contenenti plastiche derivate da combustibili fossili, emettono quantità significative di CO2. Includerli negli ETS significa che dovranno acquistare quote di emissione per la CO2 rilasciata, rendendo l'incenerimento più costoso e incentivando alternative meno inquinanti. Si stima che questa inclusione possa portare a una riduzione delle emissioni di CO2 tra 4 e 7 milioni di tonnellate entro il 2030, e tra 18 e 32 milioni di tonnellate entro il 2040. L'obiettivo principale è quindi spingere verso la prevenzione della produzione di rifiuti e il riciclo, rendendo l'incenerimento più oneroso, creando un incentivo economico per le aziende e i comuni a investire maggiormente nella raccolta differenziata, nel riciclo e nel riutilizzo, in linea con la gerarchia dei rifiuti dell'UE (prevenzione, riutilizzo, riciclo, recupero energetico, smaltimento).

Alcuni Stati membri dell'UE (Danimarca, Svezia e Germania) hanno incluso gli inceneritori nel proprio ETS già dal 2024, in quanto avevano già sistemi nazionali o tasse sulle emissioni di questi impianti. L'inclusione a livello UE mira a creare un "campo di gioco" equo e armonizzato, evitando distorsioni della concorrenza. Le attività di riciclo sono generalmente più intensive in termini di manodopera rispetto all'incenerimento, quindi  l'incentivo al riciclo derivante dall'ETS potrebbe quindi portare alla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore della gestione dei rifiuti.


Quali ricadute sui cittadini?

L'acquisto delle quote di emissione aumenterà i costi operativi degli inceneritori. Questi costi aggiuntivi potrebbero essere trasferiti ai comuni e, di conseguenza, ai cittadini attraverso un aumento della TARI (Tassa sui Rifiuti) o altre imposte locali relative alla gestione dei rifiuti. Si stima che questo cambiamento potrebbe aggiungere costi significativi per la raccolta dei rifiuti. L'aumento dei costi dell'incenerimento dovrebbe spingere i Comuni a implementare politiche più efficaci per la prevenzione e il riciclo dei rifiuti. Questo potrebbe tradursi in una maggiore disponibilità di servizi di raccolta differenziata, campagne di sensibilizzazione più incisive e, in generale, una spinta a ridurre la produzione di rifiuti a monte. I cittadini saranno quindi sempre più incentivati a differenziare correttamente e a ridurre il proprio impatto. 

A lungo termine, vi è una riduzione complessiva delle emissioni di gas serra e un miglioramento della qualità dell'aria. Meno incenerimento di rifiuti fossili significa meno inquinanti dispersi nell'atmosfera, con potenziali benefici per la salute pubblica e l'ambiente. In sintesi, l'inclusione degli inceneritori nell'ETS rappresenta un passo significativo verso una gestione dei rifiuti più allineata agli obiettivi climatici dell'UE. Sebbene possa comportare un aumento iniziale dei costi per i cittadini, l'intento è quello di promuovere comportamenti più sostenibili e di incentivare l'innovazione nel settore dei rifiuti, portando a benefici ambientali a lungo termine.

Per l'impianto del Gerbido TRM S.p.A la scadenza del 2026 è molto importante, perché le decisioni finali sull'ETS determineranno in modo significativo i costi operativi futuri (legati all'acquisto delle quote di CO2 fossile) e, di conseguenza, le strategie di investimento e gestione. Ricordiamo che nel 2024, l'impianto ha trattato circa 572 mila tonnellate di rifiuti, con una produzione di energia elettrica di 362 mila MWh e 121 mila MWh di energia termica per il teleriscaldamento, chiudendo con un utile netto di circa 32 milioni di euro, di cui oltre 24 milioni andranno all’azionista di maggioranza  Iren S.p.A. con l’80% e circa 4,95 milioni al Comune di Torino con una quota del 16,5%.

Ora, se da un lato la riduzione della plastica in ingresso al Gerbido comporterà sicuramente delle sfide operative ed economiche per l'impianto, dall'altro lato, questa è la direzione imposta dalle politiche europee e dagli obiettivi di decarbonizzazione. Il "conflitto" si trasforma quindi in una sfida di adattamento e di innovazione per il termovalorizzatore del Gerbido, che dovrà evolvere il suo ruolo da impianto di smaltimento/recupero energetico generalista a impianto di gestione efficiente della frazione di rifiuto veramente residuale e per il futuro, forse, non sarà più così necessaria l’attivazione di una quarta linea.


Commenti


L'associazione

Montagne

Approfondisci la 

nostra storia

#laportadivetro

Posts Archive

ISCRIVITI
ALLA
NEWSLETTER

Thanks for submitting!

Nel rispetto dell'obbligo di informativa per enti senza scopo di lucro e imprese, relativo ai contributi pubblici di valore complessivo pari o superiore a 10.000,00, l'Associazione la Porta di Vetro APS dichiara di avere ricevuto nell’anno 2024 dal Consiglio Regionale del Piemonte un'erogazione-contributo pari a 13mila euro per la realizzazione della Mostra Fotografica "Ivo Saglietti - Lo sguardo nomade", ospitata presso il Museo del Risorgimento.

© 2022 by La Porta di Vetro

Proudly created by Steeme Comunication snc

LOGO STEEME COMUNICATION.PNG
bottom of page