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Il Papa a Marsiglia: "I migranti ci interrogano, il Mediterraneo deve accoglierli"


di Luca Rolandi

"Il fanatismo dell'indifferenza. Parole forti quelle pronunciate dal Papa nel primo dei due giorni del suo viaggio apostolico a Marsiglia. Parlando con i giornalisti in aereo il Papa aveva confidato «spero di avere il coraggio di dire tutto che voglio dire». Speranza ben riposta: le sue parole sono state forti e nette". Così scrive oggi sulla prima pagina dell'Osservatore Romano, il giornale della Santa Sede, il suo direttore Andrea Monda. E non lo si potrebbe raccontare meglio, perché il discorso di Papa Francesco, davanti al Memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare, ha la forza di un nuovo umanesimo che reclama ancora una volta, con sempre maggiore forza, il rispetto della dignità dell'uomo al servizio della salvezza dell'umanità.


Il Memoriale è una Croce della Camargue che simboleggia le tre virtù teologali: la fede, rappresentata dai tre tridenti della Croce, la speranza, simboleggiata dall'ancora, e la carità, rappresentata dal cuore. La Croce è detta "della Camargue" perché è stata realizzata in questa regione un secolo fa. Nei pressi sono presenti i membri di Marseille Esperance, una delegazione di Stella Maris, una delegazione di Caritas Gap-Briancon, una delegazione del servizio diocesano della pastorale dei migranti e una delegazione di “Associations de secours en mer pour un temps de priere pour les migrants morts en mer”.

Ancora una volta, in modo solitario e profetico, Francesco lancia il suo appello al mondo in particolare alle autorità e alle istituzionali internazionali e nazionali. Nel suo 44esimo viaggio apostolico a Marsiglia, dove un Papa non approdava da più di 500 anni, Papa Bergoglio ha ricordato come nell’«odierno mare dei conflitti» il Mediterraneo deve «tornare a essere laboratorio di pace» perché «esprime un pensiero non uniforme e ideologico, ma poliedrico e aderente alla realtà; un pensiero vitale, aperto e conciliante: un pensiero comunitario».

Nell’ampio intervento pronunciato a Marsiglia, concludendo i Rencontres Méditerranéennes Papa Francesco, figlio di migranti, ha ricordato che il fenomeno migratorio non è una novità degli ultimi anni, né lui è il primo pontefice ad occuparsene. Sono almeno settant’anni che la Chiesa avverte l’urgenza crescente di questa situazione. Ma Francesco va oltre la tradizione e il magistero precedenti, torna alla radicalità del messaggio cristiano.

"Non possiamo rassegnarci a vedere esseri umani trattati come merce di scambio, imprigionati e torturati in modo atroce; non possiamo più assistere ai drammi dei naufragi, dovuti a traffici odiosi e al fanatismo dell'indifferenza. Le persone che rischiano di annegare quando vengono abbandonate sulle onde devono essere soccorse. E' un dovere di umanità, è un dovere di civiltà!".

"Non abituiamoci a considerare i naufragi come fatti di cronaca e i morti in mare come cifre: no, sono nomi e cognomi, sono volti e storie, sono vite spezzate e sogni infranti". Lo ha detto il Papa al Memoriale delle vittime del mare. "Penso a tanti fratelli e sorelle annegati nella paura, insieme alle speranze che portavano nel cuore. Davanti a un simile dramma non servono parole, ma fatti. Prima ancora, però, serve umanità: silenzio, pianto, compassione e preghiera. Vi invito ora a un momento di silenzio in memoria di questi nostri fratelli e sorelle: lasciamoci toccare dalle loro tragedie", ha aggiunto il Pontefice invitando al silenzio.


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