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Donald STrump e l’ossessione per “Postman”, l’uomo del giorno dopo per l&#82

di Menandro |

Lo staff e i consiglieri a lui più vicini sono seriamente preoccupati per le condizioni di salute psicofisiche del presidente. Da due giorni Donald STrump, appesantito da chili di lacca sul ciuffo ribelle, esce soltanto dallo studio ovale della Casa Bianca per le sue necessità fisiologiche o per gridare al mondo di essere vittima di un furto con destrezza, che lo “zio” Tom Joe gli sta scippando la vittoria con i voti arrivati per posta. Ed è proprio questo il dramma, celato con grande riservatezza dall’entourage strumpiano, che si sta consumando dietro le tende dello Studio Ovale. Il presidente contavoti ha maturato una vera e propria fobia verso i postini. Gli è nata passando la maggior parte delle sue ore davanti al televisore in posizione catatonica, guardando sempre lo stesso fil di cui conosce oramai i dialoghi e memoria, ma di cui vorrebbe cambiare il finale. Una vera e propria ossessione. Tutto sarebbe nato poche settimane mesi fa, per caso. Era il momento in cui Strump faceva il fenomeno con la Covid-19, mentre gli americani morivano come mosche (e ancora muoiono) a causa della pandemia. Joe Biden, invece, nascosto dietro la mascherina, ricordava alla masse l’importanza del voto per posta. Ecco, in quei giorni a STrump sarebbe stato recapitato – rigorosamente per posta – il DVD di un film del 1997, the Postman , tradotto in Italia col titolo “L’uomo del giorno dopo”, con Kevin Costner protagonista. È la storia dell’umanità distrutta dalla guerra nucleare, in cui l’ordine naturale della società si è dissolto e la parola d’ordine è la sopravvivenza. In questo caos, in cui un gruppo di violenti cerca di imporre la propria legge, si erge un uomo, un coraggioso che decide di diventare portalettere, che gira da un capo all’altro quella che erano gli Stati Uniti per risvegliare la coscienza civica e la voglia combattere per la libertà. Un film tutto sommato affetto da romanticismo cronico, di vecchio stampo hollywoodiano, in cui prevalgono sempre i buoni e non manca mai il finale con l’arrivo dei nostri… Insomma una trama quasi banale, ma perfetta per risvegliare le paure del presidente, le sue angosce, le sue ossessioni. Una su tutte: che dal 3 novembre 2020 non sarebbe stato lui l’uomo del giorno dopo per l’America.

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