Carlo Vidua di Conzano, il vate del Museo Egizio di Torino
- Alberto Ballerino
- 7 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 8 ott
di Alberto Ballerino

Alle origini del Museo Egizio di Torino sta l’intuizione e la determinazione di Carlo Vidua di Conzano, affascinante figura di viaggiatore, collezionista e bibliofilo. A indagare il ruolo decisivo nella nascita del famoso istituto culturale della capitale sabauda è Pier Maria Stabile, direttore dell’Archivio di Stato di Imperia, con volume destinato a segnare un punto fermo sul tema. Passaggio fondamentale sottolineato nella conferenza stampa (nella foto) di oggi, 8 ottobre, ad . Alessandria.
Il libro si intitola ‘Carlo Vidua di Conzano, artefice del Museo Egizio di Torino. Storie di un viaggiatore cosmopolita’, edito dalla Società di storia arte e archeologia per le province di Alessandria e Asti. Sono in programma tre presentazioni, nell’ambito delle quali si potrà avere la pubblicazione. La prima si terrà venerdì 17 ottobre ad Alessandria, con inizio alle ore 14,30, nella sala del Consiglio provinciale, a Palazzo Ghilini in piazza della Libertà 21, nell’ambito del convegno dal titolo Carlo Vidua di Conzano: l’Egitto e l’arte del viaggio, organizzato dalla Società di storia, arte e archeologia per le province di Alessandria e Asti con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e il patrocinio della Provincia di Alessandria e del Comune di Conzano. Altre due seguiranno nel Museo Egizio di Torino e a Villa Vidua di Conzano.

Il convegno di Alessandria non si limiterà a presentare la ricerca di Stabile, ma allargherà le conoscenze su Vidua e la sua epoca grazie all’apporto di altri studiosi. Paola Bianchi (Università di Torino) aprirà il convegno con la relazione ‘Società e cultura nella Torino degli anni di Vidua’, offrendo uno spaccato dello scenario in cui nacque il Museo Egizio nella capitale sabauda. Seguirà l’intervento di Deborah Besseghini (Universidad Pablo de Olavide, Siviglia, Spagna) su ‘Le collezioni di Carlo Vidua come archivio di storia globale’ che propone un approccio molto originale e moderno sul viaggiatore monferrino. Attraverso la descrizione delle sue collezioni, come in un dipinto panoramico, la studiosa ripercorrerà i grandi cambiamenti politici, economici, sociali e culturali che avvennero nell’Età delle Rivoluzioni, in territori tanto diversi come l’Egitto, gli Stati Uniti, il Messico, l’India, le Filippine, Canton e l’Indonesia. Mostrerà come gli archivi di Vidua svelino elementi importanti, finora trascurati, che stanno alle radici della globalizzazione dell’Ottocento, esplorando significative connessioni tra popoli lontani in un momento di profonda riscrittura degli spazi politici e delle pratiche economiche, di creazione di nuove identità e di ri-selezione delle memorie, nella prospettiva di un’interpretazione policentrica della nascita del mondo moderno.
Tullio Scovazzi, membro dell’Institut de Droit International, nel suo intervento ‘Due aspetti interessanti delle attività di Carlo Vidua di Conzano, viaggiatore cosmopolita’ parlerà di traffico di beni culturali e di pirateria non solo sotto il profilo storico, ma anche in una prospettiva moderna. Pure in questo caso, un approccio assai originale ed insolito alla figura del viaggiatore monferrino, fatto da un autorevole studioso. Tullio Scovazzi, già ordinario di diritto internazionale nell’Università Milano-Bicocca, è stato, fra i suoi prestigiosi incarichi, delegato del governo italiano in numerosi negoziati internazionali, componente della Commissione etica della Fondation Prince Albert II di Monaco, presidente del gruppo di lavoro del Consiglio d’Europa sul diritto del mare e membro del comitato di lavoro dell’UNESCO International Centre for World Heritage Interpretation and Presentation.
Infine Pier Maria Stabile presenterà infine i risultati delle sue ricerche, rievocando l’avventura del viaggiatore monferrino nella terra dei faraoni e inserendola nelle sue più ampie esperienze di viaggio nei cinque continenti. Vidua, giunto in Egitto alla fine del 1819, venne a conoscenza dell’intenzione di Bernardino Drovetti di vendere la propria raccolta alla nazione migliore.













































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