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Alberto Trentini, 178 giorni nelle carceri venezuelane


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Siamo al 178° giorno di detenzione per Alberto Trentini, l'operatore umanitario originario di Venezia fermato il 15 novembre in Venezuela, arrestato e trasferito in un carcere alla periferia di Caracas e posto in isolamento senza la benché minima accusa o capo d'imputazione. Il resto è una storia di allarme, di denuncia, di preoccupazione e di timore dei famigliari e dei legali che cercano di recuperare informazioni e notizie. Per contro, c'è il silenzio delle autorità venezuelane, forti del mancato riconoscimento dello Stato italiano del governo Maduro, uscito vittorioso da elezioni contestate aspramente da osservatori internazionali e opposizioni. In effetti, tra le ipotesi emerse - comunque fragile - quella di un'operazione premeditata dall'entourage del presidente Maduro per forzare l'Italia a un'inversione di rotta.

Intanto sul piano internazionale, come scrive il quotidiano on line El National, continua la protesta a Madrid, davanti al Ministero degli Esteri, per chiedere la liberazione di 900 detenuti politici nelle prigioni venezuelane, di cui dodici di nazionalità spagnola, otto italiani, tre portoghese, ed altri di nazionalità tedesca, francese, olandese, ucraina, come mostrano i cartelli innalzati dai manifestanti.


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