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Alberto Trentini, 174 giorni nelle carceri venezuelane

Aggiornamento: 7 ore fa


Qualcosa si (s)muove. Ieri, Alessandro Alfonsini, Domenico Arruzzolo, Simona De Simoni, Stefania Insogna, Emilia Lazzari, Paola Massarelli, Marco Piacentini, Raimondo Raimondi, soci della Consulta del Volontariato di Viterbo, hanno scritto una lettera aperta alle Istituzioni Comunali di Viterbo che è stata pubblicato sul web dal gruppo editoriale NewTuscia Italia. In essa vi si legge:

"Vi è certamente nota la drammatica vicenda di Alberto Trentini: italiano di 44 anni, volontario della ONG Humanity and Inclusion in Venezuela per portare aiuto a persone disabili e in difficoltà economica, fermato e trattenuto dalle autorità di quel Paese il 15 novembre scorso. Ancora non si sa per quale motivo sia trattenuto, non si hanno notizie di lui, del suo stato di salute e del luogo dove è rinchiuso. Di questo, che può essere definito un sequestro, si è parlato in inchieste giornalistiche ed ultimamente il Ministro degli Esteri, on. Antonio Tajani, in una conferenza stampa ha detto che sta seguendo il caso, ma ci sono difficoltà nei contatti con le autorità venezuelane. Alberto è un volontario come noi e la sua vicenda ci colpisce particolarmente: non vogliamo che su di lui cali il silenzio. Già nell’Assemblea della Consulta dell’11 marzo scorso il caso è stato segnalato con forza. Certi di interpretare il comune sentimento di tutti i volontari della Consulta, i sottoscritti membri dell’Esecutivo Vi chiedono di presentare, in base alle vostre specifiche competenze, in Giunta e al Consiglio Comunale un Ordine del Giorno che esprima vicinanza ad Alberto e stigmatizzi il comportamento delle autorità venezuelane come atto di inciviltà, chiedendo parimenti alle autorità italiane competenti di fare il massimo sforzo per riportare il giovane volontario in Patria, alla madre e al suo impegno di civiltà.

Grazie dell’attenzione e buon lavoro".[1]

Non vi è commento che si possa e debba aggiungere a questo piccolo grande seme lanciato con la convinzione che possa germogliare e far germogliare tante altre iniziative a sostegno della liberazione di Alberto Trentini. E dunque, su questa scia, non si può che condividere, divulgare e confidare che si moltiplichino gli appelli alle istituzioni.


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