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La Porta di Vetro

Al ministero incontro sul futuro di Mirafiori: attesa una proposta (concreta) di Stellantis

Aggiornamento: 10 nov


Domani al ministero del Made in Italy a Roma si discute il destino di Mirafiori, dopo che stamane, martedì 2 aprile, le istituzioni di Regione Piemonte e Comune di Torino hanno incontrato a Palazzo Civico sindacati e imprenditori dell'indotto per definire i piani produttivi necessari a far uscire dalle secche in cui è precipitato lo stabilimento del Gruppo Stellantis. Ma si tratta di un obiettivo - 200 mila vetture all'anno, tre-quattro volte la produzione attuale - che va oltre la parola ambizione, perché dovrebbe avere come valenza pratica il rovesciamento delle logiche fin qui seguite dalle le strategie del gruppo automobilistico per Torino. Non a caso, si è diffusa la voce che alla riunione di domani non parteciperà l'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares.

Intanto stamane, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è stato sufficientemente realistico nell'incontro con i sindacati oggi a Roma sulle prospettive dei siti produttivi Stellantis: "Il governo ha già dato - ha sostenuto Urso - ha messo in campo una politica per l'auto, come cambiare la politica europea sul settore auto, ha realizzato un piano di incentivi per l'innovazione e realizzato un piano di incentivi per l'auto. Ora tocca all'azienda adattare il suo piano industriale, finanziario rispetto a quello che il sistema Italia si aspetta, non il governo, ma il sistema Italia". Aggiungendo: "Capisco che Tavares tuteli gli interessi degli azionisti, ma il governo tutela gli interessi degli italiani" e "anche gli altri produttori che non hanno ancora siti in Europa sanno che sta cambiando la politica europea e quindi diverse case automobilistiche senza siti produttivi nell'Ue sono alla ricerca. L'Italia è uno paese molto attrattivo perché è l'unico Paese con una sola casa automobilistica" e a prendere contatti con il ministero ve ne sono state almeno otto, ha puntualizzato il ministro.

Da parte sindacale, si registra la soddisfazione per la conferma di cinque modelli a Melfi, anche se per le organizzazioni dei lavoratori sarebbe opportuno che parte della produzione sia "ibrida" e non in toto "full electric" per la loro stentata penetrazione del mercato. Resta in ogni caso da affrontare il problema più drammatico, afferma in una sua nota la Uilm-Uil, cioè quello dei lavoratori dell’indotto, che ammontano a circa 4.000 persone a fronte di circa 5.500 dipendenti diretti di Stellantis.




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