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Un libro per voi: "Operazione Barbarossa"

di Cristina Bianconi*



Il libro scritto da Pierpaolo Berardi, edito da Sanpino, "Operazione Barbarossa" enuclea un elemento si novità storiografica nel suo sottotitolo "Una tattica bellica di natura coloniale in Europa". L'autore, infatti, evidenzia che Adolf Hitler, mentitore e giocatore d'azzardo nello scacchiere della politica interna prima ed estera poi, aveva esplicitato in modo trasparente le sue intenzioni sia in ordine al 'Lebensraum' (Spazio Vitale), sia in relazione all'eliminazione degli ebrei, esaltata - questa prospettiva- dal fatto che la congiura, verso la quale ci si scagliava, non fosse solo giudaica, ma avesse nel bolscevismo un fiero alleato.

Ad est era individuato l'obiettivo: realizzare una guerra di totale annientamento del nemico dal punto di vista militare ed ideologico, con una tale enormità di soggetti sterminati dal punto di vista numerico, che in Europa non trovava eguali nei precedenti storici. Fatti identici si erano verificati nelle colonie, ma non creavano scandalo poiché avvenuti in terre lontane e ritenute incivili con popolazioni totalmente disumanizzate e spesso avvicinate al mondo animale.

Adolf Hitler riconosceva all'occidente europeo pari dignità, se non razziale (salvo per quanto riguardava Paesi del Nord del vecchio continente), quantomeno culturale. La necessità vitale per il tiranno nazista risiedeva nella conquista dei territori dell'Est europeo per colonizzarli.

A questa visione politica andava sommata un'altra necessità non meno rilevante dal punto di vista ideologico: la distruzione dell'alleanza giudaico bolscevica. Solo con la piena eliminazione degli ebrei e dei loro alleati bolscevichi si sarebbe potuto creare un nuovo ordine del " Reich" millenario.

E' terribile coincidenza - scrive in prefazione Domenico Quirico - che negli stessi luoghi che cosi attentamente l'autore descrive come scenario del secondo conflitto mondiale, si svolgano le stesse orribili scene: l'Ucraina con le città smontate pezzo a pezzo da missili e cannoni, i morti estratti penosamente dalle macerie, i fuggiaschi a milioni? Il 22 giugno 1941 le truppe tedesche invasero l 'Unione Sovietica, di cui fino a un minuto prima erano state alleate. I due dittatori si erano spartiti in buon accordo la Polonia attraverso il famoso "trattato di non aggressione" fra il Terzo Reich e l'Unione Sovietica, passato alla storia come il patto Molotov-Ribbentrop, dai nomi dei ministri degli Esteri dei rispettivi governi. Ma la conquista della Polonia costituiva solo l'inizio dell'attuazione del disegno di Hitler declinato nel "Mein Kampf".


*Già magistrato

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