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Ucciso uno dei terroristi di Kabul. Preparava nuovi attentati

Il presidente americano Joe Biden l’aveva promesso a poche ore dal massacro. Visibilmente provato davanti alle telecamere, scosso dall’accaduto e dalle critiche martellanti cui è sottoposto da settimane all’estero e in patria, l’inquilino della Casa bianca era stato tranchant verso i terroristi: “We will not forgive, we will not forget. We will hunt you down and make you pay”. Non dimenticheremo, ve la faremo pagare, in sostanza. Così, con un colpo di reni militare a compensare una politica priva del necessario senso della conseguenza, la risposta degli Stati Uniti all’attentato (costato 170 morti e oltre 200 feriti) e alle esplosioni avvenuti ieri l’altro a Kabul non si è fatta attendere: il Pentagono ha annunciato di aver colpito con un drone un esponente dell’Isis-Khorasan appartenente al gruppo responsabile della strage all’aeroporto della capitale afghana. Sarebbe stato un “pianificatore” intento a progettare nuovi attentati. L’attacco delle forze armate Usa si è concretizzato nella provincia di Nangarhar, area in cui si è radicalizzato il gruppo, ai confini con il Pakistan, in quella che viene definita “over-the-horizon counterterrorism operation”.

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