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Suona il silenzio: addio generale Cravarezza

Aggiornamento: 21 nov 2022

di Michele Ruggiero

Ci mancherà l'entusiasmo contagioso del generale di corpo d'Armata Franco Cravarezza, insieme con la sua fresca allegria nel dare corpo alle proposte, alle iniziative, ai suggerimenti. Il generale se ne è andato in punta di piedi, stroncato da una malattia micidiale e distruttiva nella sua velocità.

Cravarezza era un alpino, una penna nera, orgoglioso di aver indossato le mostrine verdi e di aver prestato servizio in più brigate, dalla Taurinense, alla Orobica, alla Cadore. Nel 2005 era ritornato in Piemonte e fino al 2010 era stato al comando della Regione Militare Nord Ovest, ultimi squilli di un passato glorioso di Torino, prima del progressivo ridimensionamento nell'ambito della ristrutturazione delle Forze armate. Con l'uscita dall'esercito, la "macchina organizzativa" del generale Cravarezza si è messa in moto sul piano civile nelle sue molteplici forme con una energia quasi ciclopica che a tratti poteva anche essere scambiata per protagonismo. In realtà, in lui che amava la vita, la moglie Dome sempre al suo fianco e il figlio Tomaso, bruciava la passione per la cultura, per la storia, per la realizzazione di progetti, dall'Associazione Amici della Biblioteca Nazionale alla direzione del Museo Pietro Micca.

Franco Cravarezza era un amico della Porta di Vetro. Con lui avevamo collaborato nel marzo scorso, ed è stato motivo di orgoglio, nella realizzazione della Mostra fotografica "Torino Ferita: 11 dicembre 1979" ospitata negli spazi della Biblioteca Nazionale Universitario di piazza Carlo Alberto. Il suo era stato un contributo determinante, insieme con quello del figlio Tomaso, per le soluzioni adottate, per l'accoglienza riservata sia nel giorno dell'inaugurazione, sia nelle tre settimane di apertura che hanno accolto numerose classi di studenti. Chi scrive lo ha conosciuto e frequentato in più occasioni professionali, private, pubbliche e istituzionali e di lui ricorderà il sorriso, la vigorosa stretta di mano e l'immancabile, ma delicata, pacca sulle spalle, in segno di amicizia e di stima.

Ti sia lieve la terra, caro Franco.

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