SETTIMANA FINANZIARIA. Un Natale "oculato e prudente"
- a cura di Stefano E. Rossi
- 22 ore fa
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a cura di Stefano E. Rossi

Settimana di Natale, è tempo di regali. In Italia le tredicesime sono cresciute di 1,2 miliardi di euro rispetto al 2024, ma le finanze personali non brillano e bisogna farsi bene i conti in tasca. Il numero dei poveri assoluti o relativi è salito a dieci milioni e la riduzione del potere d’acquisto, dovuta all’inflazione cumulata negli ultimi cinque anni e mai recuperata dalle retribuzioni reali, completa un quadro desolante.
È il Centro Studi di Confcooperative a fotografare questo Natale oculato e prudente, con acquisti rivolti più ai beni di prima necessità che ai doni voluttuari. La crisi della classe media nel nostro Paese è conclamata, ma non si rinuncia ai cenoni e, per un nostro connazionale su tre, nemmeno a viaggiare, specialmente per ricongiungersi ai familiari. Intorno a una tavola imbandita, rigorosamente con specialità nostrane, la compagnia media è stimata in dieci persone.
Regali di seconda mano
Il cambiamento degli atteggiamenti dei consumatori è però un fenomeno planetario. Lo registrano alcune ricerche accademiche europee e statunitensi diffuse nella seconda metà del mese. Secondo lo studio pubblicato nei giorni scorsi sull'European Journal of Marketing dai prof. Hallikainen e Ovaska dell’università della Finlandia orientale, regalare prodotti di seconda mano assumerà via via un ruolo sempre più importante. La tendenza non va banalizzata. Chi la sta praticando già oggi compie una decisione ponderata, non impulsiva, frutto di convinzioni più che di convenienze. Non solo il prezzo motiva la scelta, quindi, ma anche l’etica e la sostenibilità ambientale.
Inoltre, secondo il dipartimento NORC della University of Chicago, quasi tutti gli americani preferiscono regalare buoni regalo o denaro contante. La maggioranza di essi ritiene accettabile riciclare i doni e tre quarti degli adulti di età compresa tra 18 e 45 anni sono propensi a regalare un prodotto di seconda mano.
L'argento è sempre più "vivo"
L’oro tocca nuovi record e sfora i 4.550 dollari l’oncia (124 euro al grammo). Ma non è l’unico metallo prezioso a correre. Il platino stupisce tutti e in due settimane a New York sale del +45%. Raggiunge un nuovo massimo storico: 2.517 dollari l’oncia. A spingerlo al rialzo sono le previsioni dell’incremento della domanda, sostenute dalla decisione dell’UE di rinviare al 2035 il divieto di produzione dei motori a combustione interna. E poi ci sono le speculazioni di chi aveva rincorso l’oro e adesso prova a riequilibrare i prezzi degli altri beni rifugio.
Ma è sull’argento che si concentrano le maggiori attenzioni. Chiude la settimana a 77 dollari l’oncia, dopo aver sfiorato quota 80. Da inizio anno è cresciuto del 158%, il doppio rispetto all’aumento del prezzo dell’oro. I produttori di pannelli solari sostengono in modo significativo le richieste dell’industria. Se ne approvvigiona a piene mani anche per i settori dell’elettronica e della medicina.
Per nostra fortuna, invece, il petrolio greggio rimane ancora basso e quota 57 dollari al barile. Il dollaro vivacchia stabile a 1,17 contro l’euro.
Delude Stellantis
Quest’anno a Piazza Affari pochi titoli si sono dimostrati esposti ad improvvise frenesie come quelli del comparto dell’automotive. In settimana Stellantis è di nuovo protagonista d’una brusca discesa in borsa. Con un deludente -5 per cento, interpreta al meglio la crisi del settore, bruciando i futili vantaggi delle recenti performance positive. La diffusione dei dati sulle immatricolazioni di novembre ci hanno riportato con i piedi per terra. Sono scese del -2,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Nei primi undici mesi dell’anno la quota di mercato è scesa dal -13,5% al -12,9% e tutti i marchi hanno perso posizioni. Tra i peggiori cali di volume delle vendite ci sono Lancia (-65,8%) e Fiat (-13,1%).
Il Borsino della settimana – rassegna dei migliori e dei peggiori titoli del listino FTSE MIB.
I Tori: Diasorin +3,58%, Telecom Italia +2,95%,
Gli Orsi: Stellantis -5,05%, Campari -3,63%.
FTSE MIB: +2,86% (valore indice: 44.757)
I presenti commenti di mercato rivestono un esclusivo scopo informativo e non intendono costituire una raccomandazione per alcun investimento o strategia d’investimento specifica. Le opinioni espresse non sono da considerare come consiglio d’acquisto, vendita o detenzione di alcun titolo. Le informazioni sono impersonali e non personalizzate.









































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