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Alberto Trentini: un altro Natale in carcere, è il secondo...


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In questo momento, mentre si licenzia l'articolo che reclama la liberazione di Alberto Trentini, non è ancora comparsa l'alba in Venezuela, nello Stato di Miranda dove, nel carcere El Rodeo I, è tenuto prigioniero da un anno, un mese e dieci giorni il cooperante italiano di 46 anni. Il che si traduce nel secondo Natale dietro le sbarre, privato della sua libertà. Di che cosa lo si accusi, l'abbiamo ripetutamente scritto: non si sa. Genericamente si parla di attentato alla sicurezza dello Stato. Dunque, un reato grave. Che se fosse vero, implicherebbe immediatamente l'apertura di un'indagine con la conseguente e doverosa informazione presso l'opinione pubblica, cioè il popolo venezuelano, alla cui sicurezza Alberto Trentini avrebbe attentato. Invece, lo riscriviamo, nulla. Nulla di eventuali attività cospirative e complicità interne o internazionali, né si è a conoscenza di elementi probatori per sostenere un eventuale processo. L'unica certezza è la reclusione di Alberto Trentini.

Insomma, una vergogna per un governo che si dichiara di sinistra e si appella a ideali di libertà e di sovranità popolare, ma che quotidianamente riesce a svendere quegli stessi ideali gettando in carcere oppositori politici e dissidenti.

Ieri, alla vigilia di Natale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha telefonato ai familiari di Alberto Trentini ed ha parlato con la madre Armanda, rincuorandola ed esortandola ad avere fiducia nell'azione del Paese. Una vicinanza espressa concretamente dal Capo dello Stato nei giorni in cui la sofferenza per la famiglia Trentini non può che essere ancora più lancinante.


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