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SETTIMANA FINANZIARIA. Scontro cruento per Mediobanca

MPS lanciata verso il controllo totale

a cura di Stefano E. Rossi


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Banca MPS brinda al successo dell’Opas, offerta pubblica d’acquisto e scambio, per il controllo di Mediobanca. Con il 38,5% delle adesioni, nella scorsa giornata di giovedì la soglia fissata per il buon esito dell’operazione è stata oltrepassata. L’asticella era bassa, pari al 35% del capitale sociale. Nonostante questo, l’esito non era affatto scontato. Almeno fino al 21 agosto, quando è fallita la principale contro-mossa di piazzetta Cuccia, cioè l’assalto a Banca Generali.

Adesso, l’obiettivo della banca senese è quello di superare la soglia della maggioranza semplice entro la data di scadenza dell’Opas, fissata nell’8 settembre. Poi, ci troveremo anche i tempi supplementari, dal 16 al 22 settembre, come conseguenza del rilancio al rialzo del corrispettivo per azione, passato lo scorso martedì da 2,533 a 2,681 euro.

Il possesso di almeno il 50,1% del capitale permetterebbe di portare in bilancio crediti fiscali per 1,3 milioni di euro, dovuti allo sconto di imposte differite. Salteranno invece i 700 milioni di sinergie previsti in caso di fusione per incorporazione, opzione possibile soltanto al superamento della soglia dei due terzi. È infatti questo il livello della maggioranza assoluta, che permette tutte le delibere straordinarie come le modifiche statutarie e, appunto, le scissioni e le fusioni. Una possibilità alla quale la banca di Luigi Lovaglio ha deciso di rinunciare definitivamente, nonostante quanto avesse inizialmente promesso con il piano industriale originario.

Sui mercati, entrambi titoli hanno perso terreno. L’offerta pubblicata da Banca Mps, benché rivista al rialzo, risulta sempre meno appetibile. Il bonus di 90 centesimi offerto solo martedì scorso, in pochi giorni si è ridotto a meno della metà del suo valore. Con le azioni che scendono in borsa, si allontana ancor di più il valore intrinseco di  Mediobanca, calcolato a luglio in 3,71 euro per azione dai tre advisor, Centerview, Equita e Goldman Sachs, nominati proprio da piazzetta Cuccia per soppesare l’offerta ostile.

Il consiglio di Mediobanca, riunitosi giovedì sotto la guida dell’AD Alberto Nagel, ha provato a muovere gli ultimi colpi di coda. Ha accusato la banca di piazza Rocco Salimbeni di un’inadeguata volontà di assumere il controllo, anche di fatto, di Mediobanca, anche dinanzi ai rilevanti rischi di dis-sinergie e di distruzione di valore.

Intanto, gli analisti prendono strade differenti. Mentre Deutsche Bank alza il target price di Banca Mps a 9,2 euro per azione e ne raccomanda l’acquisto, Fitch mostra cautela, se non addirittura scetticismo. Mette Mediobanca sotto osservazione e con outlook negativo, sollevando dubbi sui rischi dell’integrazione con la banca senese, che mantiene un rating più basso.

 

Al vaglio della UE l'accordo con il Mercosur

Mercoledì la Commissione Europea ha presentato l’accordo di partenariato, siglato il 6 dicembre 2024, cioè all’indomani della vittoria elettorale di Trump, con il Mercosur. Questa è un’area commerciale fondata nel 1991 da Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay, assimilabile alla prima versione del Mercato Comune Europeo. Assieme all’Unione Europea, riunisce oltre 700 milioni di consumatori e pesa per circa un quarto del pil mondiale.

Adesso, inizia un percorso al Consiglio e al Parlamento Europeo che prevede l’approvazione del testo entro fine anno da parte dei 27 Stati dell’Unione. Il contenuto dell’accordo è in prevalenza commerciale, con l’azzeramento pressoché generale dei dazi. Ma non c’è solo il business. Infatti, contempla anche clausole sui diritti umani, sulla parità di genere, la cooperazione contro il crimine organizzato e molti altri aspetti etici e ambientali. Sono poi state inserite clausole di salvaguardia a tutela di singole filiere produttive eventualmente danneggiate.


Le preoccupazioni degli agricoltori

C’è chi ride e c’è chi piange. Secondo le stime, dell’UE, le esportazioni dovrebbero salire del 39% e l’occupazione crescere di 440 mila unità. L’Italia, secondo una sintesi prodotta dall’Università di Roma Tre, dovrebbe essere la più favorita dell’unione. Rispetto all’incremento dell’export complessivo, dovrebbe riservarsi la quota del 14%, che, alla fine del periodo simulato (2036), corrisponderebbe a 3,5 miliardi di euro. Ma non tutti i settori ne riceveranno indiscussi benefici. I più avvantaggiati saranno quelli della meccanica e dei mezzi di trasposto, che già oggi possono contare sul 45% del totale delle esportazioni nazionali nell’area.

Invece l’agricoltura, che pesa per il 23% dell’export italiano in Sudamerica, vede nell’abbattimento delle barriere commerciali più minacce che opportunità. Confagricoltura Piemonte, per voce del suo presidente Enrico Allasia, lancia l’allarme: rischia di minare la stabilità, peraltro precaria, di alcuni fondamentali comparti agricoli del nostro territorio, quali la zootecnia da carne e la cerealicoltura. Non possiamo accettare una concorrenza al ribasso, che vanifichi investimenti di anni in qualità e sicurezza alimentare. Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti, chiede reciprocità sulle norme imposte alle imprese agricole europee, oltre all’automatismo delle clausole di salvaguardia. Inoltre, lamenta la mancanza di controlli. Siamo il continente che fa meno controlli a livello globale, solo il 3% dei prodotti agroalimentari importati viene verificato.

D’altro canto, il nuovo accordo, che è il più ampio mai negoziato dall’Unione Europea, porterà anche al blocco della concorrenza sleale degli stati sudamericani sulle nostre Dop e Igp. Sono 568 quelle che verranno tutelate, delle quali ben 344 oggetto di imitazione e di sfruttamento del cosiddetto italian-sounding, che provoca ingenti danni economici, oltre che d’immagine.


Titoli di Stato a lungo termine in rialzo  

L’oro è ai massimi storici. Prova a superare quota 3.600 dollari l’oncia e, nel finir di settimana, per un attimo ci riesce. Evidentemente, la domanda di lingotti non si placa. Questa bolla della quotazione provoca un altro record: nelle riserve delle banche centrali l’oro supera per la prima volta i T-Bond (i titoli di stato Usa), 27% contro il 23%. Non è mai un segnale positivo quando pressoché tutte le economie del mondo si affidano in modo così eccessivo al più classico dei beni rifugio. L’immobilismo finanziario prende il sopravvento e le opportunità di crescita economica fanno un passo indietro.

Un altro fenomeno che viene osservato a livello globale, creando curiosità e apprensioni, è la tendenza al rialzo dei titoli di stato a lungo termine, in atto da circa un semestre. Ormai i valori dei rendimenti sono saliti a livelli che non si vedevano dal lontano 2009, quello della crisi dei titoli sub-prime e del crack di Lehman Brothers. È l’indice settoriale di Bloomberg a sentenziarlo.

Infine, il cambio euro dollaro resta a 1,17 e il petrolio greggio scende ai minimi trimestrali, sotto 1,61 dollari al barile.

 

Ancora in discesa Piazza Affari

Stavolta sono i titoli bancari a penalizzarla, ma non sono gli unici. Tornano invece gli acquisti sul titolo Telecom Italia, dopo il crollo della scorsa settimana dovuto alla notizia di abbandono del progetto d’integrazione con Iliad. Stavolta, il principale artefice dell’andamento borsa di Telecom è il fondo Blackrock, che prova a tirare la volata. Approfitta dell’importante sconto sul prezzo per salire oltre il 5% del capitale. È sicuramente un buon segnale se uno dei principali attori finanziari globali, con il proprio comportamento attivo, interpreta favorevolmente le prospettive industriali del gruppo italiano di telecomunicazioni.

 

Il Borsino della settimana – rassegna dei migliori e dei peggiori titoli del listino FTSE MIB.

I Tori: Telecom Italia +5,76%, Ferrari +2,88%,

Gli Orsi: Banca Mps -6,50%, Mediobanca -6,35%

FTSE MIB: -1,40% (valore indice: 41.607)

 

I presenti commenti di mercato rivestono un esclusivo scopo informativo e non intendono costituire una raccomandazione per alcun investimento o strategia d’investimento specifica. Le opinioni espresse non sono da considerare come consiglio d’acquisto, vendita o detenzione di alcun titolo. Le informazioni sono impersonali e non personalizzate.

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