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ROMA, 16 OTTOBRE 1943 GAZA, 16 OTTOBRE 2023

Aggiornamento: 22 nov 2023


All'inversione dei fattori, il prodotto non cambia. In questo caso, il prodotto rimane quello dell'orrore per dare l'opportunità alla disumanità di rimanere a sua volta saldamente al comando.

Era l'alba del 16 ottobre 1943, un sabato, giorno festivo per gli ebrei, quando gli uomini della polizia tedesca irruppero nel ghetto di Roma e prelevarono con violenza dalle loro case gli abitanti di origine ebraica. La brutalità dell'occupante tedesco non fece distinzioni alcuna delle condizioni fisiche di molti. Anziani, invalidi e malati seguirono la sorte degli altri caricati, in totale 1.259 persone, sui camion per essere destinati in via transitoria al Collegio Militare di Palazzo Salviati in via della Lungara. Nei giorni successivi, dopo gli accertamenti burocratici e la verifica dello status di razza, 1007 ebrei rimasero nelle mani dei nazisti, comandati dal futuro boia delle Fosse Ardeatine, il criminale Herbert Kappler. Da quel momento, le cronache si scarnificano, nel silenzio di Roma "città libera": i deportati furono trasferiti alla stazione ferroviaria Tiburtina, gettati su un convoglio di 18 carri bestiame che prese la direzione del campo di concentramento di Auschwitz.

Di deportati di quell'alba rossa color sangue, ritornarono soltanto 16 rientrarono in Italia, 15 uomini e una donna; nessun bambino sotto i 14 anni. Il più anziano era Cesare Di Segni (classe nato1899), il più giovane Enzo Camerino (1928).

Da Globalproject.info

E' il 16 ottobre 2023. I palestinesi di Gaza sono allo stremo, sotto l'ultimatum di Israele che ha imposto loro di abbandonare le loro case e mettersi in cammino verso sud, mentre le forze armate con la stella di Davide continua a martellare la città per eliminare miliziani e vertici di Hamas. Questa mattina alle 9 (8, ora italiana) si è raggiunto il cessate il fuoco ed è stato aperto il valico di Rafah in accordo con gli Usa, secondo fonti egiziane alla Reuters, e dalla direzione di Gaza partiranno gli stranieri, in particolare gli americani, e da quella egiziana arriveranno gli aiuti umanitari necessari. Ma Hamas ha negato di essere al corrente dell'iniziativa, mentre Israele ha sconfessato ufficialmente l'accordo: “Attualmente non esiste un cessate il fuoco e/o aiuti umanitari a Gaza in cambio dell'uscita degli stranieri da Gaza”. Intanto, sono ripresi i raid su obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza con caccia da combattimento, elicotteri da combattimento e droni dell'IDF. Le cifre della rappresaglia di Tel Aviv sono in crescendo: 2.750 i palestinesi di Hamas eliminati a Gaza, oltre ai 1500 uccisi in Israele, 9.700 feriti.

Il portavoce dell'IDF Daniel Hagari continua ad apparire sui canali arabi per invitare gli abitanti di Gaza ad andare a sud. "Israele si preoccupa per i cittadini palestinesi mentre l'organizzazione terroristica di Hamas utilizza la popolazione come scudi umani", ha dichiarato Hagari.

Incolonnati a bordo di qualunque mezzo, lungo i corridoi umanitari, gli "scudi umani" si apprestano a cambiare il loro status in quello di sfollati, profughi, cioè niente o quasi in quella parte del mondo. Non sarà Auschwitz. Ma l'anticamera della perdita della loro dignità, certamente sì.

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