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Ritorno al passato: facciamo figli per la Patria, è la dottrina Meloni

di Menandro


Giorgia Meloni, presidente del consiglio, Roma, venerdì 12 maggio 2023


Viviamo un’epoca nella quale parlare di natalità, di maternità e di famiglia, è diventato sempre più difficile. A volte sembra quasi un atto rivoluzionario. E noi eravamo stati avvertiti. Eravamo stati avvertiti del fatto che sarebbe arrivato un tempo nel quale avremmo dovuto batterci per dimostrare che “le foglie sono verdi in estate” o che “due più due fa quattro”. Oggi bisogna avere coraggio per rivendicare e per sostenere cose che sono fondamentali per la crescita della nostra società. Ma il coraggio è una cosa che in questa sala non difetta. Allora, al coraggio delle idee, ovviamente, deve corrispondere il coraggio delle azioni. Noi oggi ci troviamo a governare la Nazione in questo tempo complesso e quello che avevamo detto prima di arrivare al governo è anche quello che stiamo cercando di realizzare. Perché alla fine la democrazia si sostanzia in questo: nel vincolo che esiste tra gli impegni che assumi e gli atti che porti avanti. Fin dal nostro primo giorno di lavoro, il Governo ha messo i figli, i genitori, le mamme e i papà in cima all’agenda politica. Abbiamo fatto della natalità e della famiglia una priorità assoluta della nostra azione. E lo abbiamo fatto banalmente perché vogliamo che l’Italia torni ad avere un futuro, a sperare e a credere in un futuro migliore rispetto a questo presente incerto.

[...] La nostra azione parte da un punto fondamentale: la denatalità non dipende solo da questioni materiali, certo c’è anche questo, è inevitabile, dipende dalla retribuzione, dai servizi, dagli asili, dalla sanità, dall’armonizzazione soprattutto per le donne tra vita e lavoro ma dipende anche, e tanto, dalla capacità che una società ha di percepirsi come vitale. Di immaginare il proprio futuro, di “pensarsi” nei decenni a venire, di saper guardare oltre il qui e ora. [...] Noi vogliamo promuovere una nuova vitalità della nostra società. Lo vogliamo fare con gli strumenti normativi, sostenendo le buone pratiche, lo vogliamo fare sul piano culturale. E qui si dirà: “Ma allora volete uno Stato etico!”. No, non vogliamo uno Stato etico. Noi, al contrario, vogliamo uno Stato che accompagni e non diriga, vogliamo credere nelle persone, vogliamo scommettere sugli italiani, vogliamo scommettere sui giovani - qui ce ne sono tanti -, sulla loro fame di futuro.

[...] Che ci dice che dove non c’è crisi non c’è vita, non c’è rinascita, se lo leggo correttamente, perché la crisi è il motore dell’azione, è il motore della scelta ed è in qualche modo il motore della responsabilità. E allora le crisi sono anche una grande occasione. E se lo sono per ciascuno di noi, a maggior ragione lo sono per i popoli nel loro complesso. E a maggior ragione lo sono per chi delle scelte deve fare la sua quotidianità, come chi una Nazione o un popolo è chiamato a governarli. Liberare le migliori energie delle persone e della comunità nazionale è la nostra scelta per rendere più forte l’Italia. Ovviamente la famiglia è fondamentale in questo disegno, perché non c’è energia più autentica di quella che la famiglia sprigiona. [...] La storia del popolo italiano non è una storia fatta di malinconia. La storia del popolo italiano è una storia fatta di grandi imprese, di creatività, di risultati che hanno impressionato il mondo e quella è l’Italia che noi vogliamo incoraggiare. Quella è l’Italia che noi vogliamo tornare a vedere e a vivere, nella quale vogliamo tornare a essere protagonisti. Vogliamo restituire agli italiani una Nazione nella quale essere padri non sia fuori moda ed essere madri non sia una scelta privata, ma un valore socialmente riconosciuto. Una Nazione nella quale tutti, uomini e donne, riscoprano la bellezza di diventare genitori, di accogliere, custodire e nutrire un figlio. Una Nazione nella quale fare un figlio è una cosa bellissima che non ti toglie niente, che non ti impedisce di fare niente e che ti dà tantissimo. Per decenni, e vado alla conclusione, la cultura dominante ci ha detto il contrario ed io penso che sia arrivato il momento di invertire la tendenza. Noi vogliamo una Nazione nella quale non sia più scandaloso dire che, qualsiasi siano le legittime scelte e le libere inclinazioni di ciascuno, siamo tutti nati da un uomo e una donna. Nella quale non sia un tabù dire che la maternità non è in vendita, che gli uteri non si affittano, che i figli non sono prodotti da banco, che puoi scegliere sullo scaffale come se fossi al supermercato e magari restituire se poi il prodotto non corrisponde a quello che ti aspettavi. [...] Vincere l’inverno demografico, ci ha detto Papa Francesco, significa combattere qualcosa che va contro le nostre famiglie, contro la nostra Patria, e anche contro il nostro futuro. Santità, noi amiamo le nostre famiglie, amiamo la nostra Patria, crediamo nel nostro futuro. E faremo fino in fondo la nostra parte[1].


Benito Mussolini, presidente del Consiglio, Lecce, 7 settembre 1934.

Desidero rivolgere un elogio alla gente di Puglia perché è feconda e crede coi fatti nell'unico primato che realmente conta nella vicenda della lotta dei popoli: il primato dei figli, il primato della vita, perché solo la gioventù guarda con occhi impassibili e freddi tutte le difficolta che l'avvenire pone innanzi alla marcia di un popolo che vuole ascendere al benessere e alla grandezza. Ma cancellazione dei vecchi termini non sarebbe stato sufficiente se il regime fascista non avesse agito in estensione e in profondità in tutta l'Italia meridionale, questo è un problema che ricorreva che nei programmi elettorali attraverso i quali le vecchie clientele politiche cercavano di conquistare delle posizioni quasi sempre di ordine personale. Oggi la questione meridionale non è più all'ordine del giorno, tutta la Puglia è oggi in un periodo di profondo rinnovamento e questo rinnovamento sarà aiutato da Roma, ma voglio elogiare in particolar modo anche voi camerati di Lecce, perché avete dimostrato con i fatti, quali soli contano, che sapete estrarre dai particolari interessi quanto interessi di più grande portata siano in gioco. [...] questo dimostra la vostra sensibilità patriottica, la vostra disciplina nazionale, dimostra il vostro grado alto di civismo, è un esempio che voi avete dato all'intera Nazione. Comprendere essa è un elemento fondamentale per la ricchezza e l'avvenire della Nazione. [...] Se vi è terra dove il fascismo è diventato un patrimonio della coscienza degli individui e delle masse, questa è la vostra terra, è la terra di Puglia.

[...] E se domani, la rivoluzione che verrà voi rispondete con un sol uomo. Ognuno di voi e tutti gli italiani, di tutte le categorie, dalle città, dai villaggi ai casolari, sente che la Patria italiana è oggi una realtà piena di vita e di speranze, è una realtà che ci permette di marciare decisamente incontro al futuro, è la certezza dei nostri spiriti. Noi crediamo che l'Italia sotto la guida del Littorio inquadrata in tutte le sue formazioni rivoluzionarie attingerà i suoi destini[2].


Prossimo appuntamento per i lettori: l'invito a contribuire con l'oro alla Patria il contrasto alla crescita del debito pubblico.


Note


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