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Punture di spillo: blocco del bonus 110%, la fretta pessima consigliera

a cura di Pietro Terna


La nostra premier è la nuova Wonder Woman:[1] scansa il vertice sulla sicurezza di Monaco, rincorre Biden tra Polonia e Ucraina, sostiene Zelensky incurante delle parole di Putin che ricorda “l’aiuto all’Italia durante il Covid” e soprattutto di quelle di Berlusconi che dice che il suo amico Putin ha sempre ragione...; contemporaneamente, e con una sola mano, ferma il bonus 110%. Delle altre vicende non so dire, ma quest’ultima, più che eroismo, denota confusione.


Sono certo che molti lettori sono perplessi a proposito dell’uso del super bonus per ristrutturare (efficientare si dice…) gli edifici per risparmiare energia e personalmente sono stato tra i condomini che hanno scelto la prudenza di fronte a preventivi esorbitanti. Però i due interventi principali voluti dai 5 Stelle sono tutt’altro che da disprezzare.


Reddito di cittadinanza: riflessione sulla povertà diffusa

Prima di tutto il reddito di cittadinanza, che probabilmente scandalizza anche una parte dei lettori della Porta di Vetro, ma ha finalmente introdotto una riflessione importante sui redditi, sul lavoro, sulla povertà, sulla disoccupazione, sulle diseguaglianze, come ho annotato[2] qualche tempo fa. Il secondo intervento simbolo di quel Movimento è proprio il super bonus, decisione che in momenti diversi ha coinvolto quasi tutte le componenti politiche, comprese Lega e Forza Italia che ora sembrano adottare la giustificazione classica del “non c’ero e se c’ero dormivo”. Gli scopi erano rimettere in moto l’edilizia in crisi e aiutare il risparmio di energia e la difesa dell’ambiente.

Dove trovare i fondi? Idea di rottura: nei bilanci futuri dello Stato, agendo sulle minori entrate invece che sulla spesa. Cambia nulla? Vero, cambia poco o nulla, salvo lo slittamento degli effetti in avanti nel tempo. Come funziona: il costo di quelle ristrutturazioni è deducibile dalle imposte in cinque anni, addirittura con un generoso arrotondamento positivo per coprire gli oneri finanziari. E poi la soluzione per chi non dispone della liquidità necessaria: la cessione[3] (vendita) del credito fiscale, azione altrimenti non consentita.


A chi cedere i crediti? Alla stessa impresa edile che fa i lavori, se ha capienza fiscale sufficiente, con il cosiddetto “sconto in fattura". L’impresa, non pagata durante i lavori, deve procurarsi in banca la liquidità necessaria per stipendi e materiali e quindi sostiene un extra costo, che includerà certamente nella valutazione dell’opera. Si tratta di una modalità che funziona soprattutto con le imprese di maggiori dimensioni. In alternativa, il credito può essere ceduto a una banca, che lo compenserà con i suoi debiti fiscali e si farà pagare il servizio. Quanto? C’è chi riporta che si sia arrivati anche al 30% del valore del credito. Possono intervenire anche altre realtà, come le società di produzione e distribuzione dell’energia che operano nel settore in modo integrato, come contraente generale che attiva le imprese e acquista i crediti fiscali per sé.

I dati per nulla catastrofici del Censis

Il 17 febbraio il governo ha bloccato le cessioni del credito. Tutte, oppure quasi tutte. Oppure quelle che sono oltre una certa data. Oppure, oppure, oppure… e la casistica sarà infinita. Perché si è agito in modo improvviso e tanto teatrale, mentre erano in corso elaborati contatti con tutte le parti interessate, comprese le banche, accusate giustamente di essere riluttanti a “disincagliare” molti di quei crediti? Ora molte famiglie rischiano di essere travolte dalle richieste di pagamento delle imprese, a loro volta a rischio.


Stava crollando la finanza pubblica? Il Censis, nell’analisi[4] “Ecobonus e Superbonus per la transizione energetica del Paese”, e il Consiglio nazionale dei commercialisti,[5] ridimensionano fortemente l’onere complessivo del bonus 110% sui conti pubblici, considerando anche l’enorme massa di maggiori entrate generata dagli interventi messi in moto.


Dove stava l’urgenza? È atteso a breve un pronunciamento dell’Istat con Eurostat sul trattamento delle compensazioni fiscali per la misura del debito pubblico: se – mia semplificazione – siano da registrare per cassa (quando si effettuano) oppure per competenza (quando sono state generate), con effetti diversi sul momento in cui se ne misurano gli effetti. Non era meglio attendere e soprattutto cercare di mantenere il congelamento contabile al di fuori del debito adottato nei primi due anni della misura?


La discussione nel Comune di Torino

Le commissioni III (lavoro) e I (bilancio) del Comune di Torino hanno esaminato[6] ieri (22 febbraio) una mozione presentata dalla consigliera Sganga del Movimento 5 Stelle. La mozione era stata preparata prima del decreto del 17 e si preoccupava del superamento dei problemi aperti, anche grazie alla disponbilità di enti come la Regione Piemonte a contribuire all’acquisto di crediti incagliati, cosa ora tassativamente vietata. La discussione tra i presenti (assente FdI) si è indirizzata a un aggiornamento del contenuto della mozione per la difesa delle parti in causa, in particolare famiglie, imprese e loro dipendenti, e per la salvaguardia degli obiettivi energetici e ambientali.

In questi giorni si è anche letto che lo scopo del super bonus era scardinare l’euro, con la circolazione perversa di crediti fiscali come se fossero moneta. Circolazione limitatissima direi, da non confondere con quella dei minibot per il pagamento dei debiti dello Stato verso le imprese, prevista nel programma del governo giallo-verdi: mai attuata, ma anche quella poco minacciosa verso il sistema monetario.

Difficile risollevare lo spirito con la musica, anzi! Il nostro esperto musicale sceglie di introdurre un incubo premonitore, con i King Crimson e il loro 21st Century Schizoid Man.[7] Purtroppo non c'è nulla di consolatorio in quella musica e nelle parole del poeta del prog rock Pete Sinfield (testo del 1969):




Cat's foot, iron claw

Neurosurgeons scream for more

Paranoia's poison door

21st century schizoid man


Zampa di gatto, artiglio di ferro – Neurochirurghi che chiedono più potere – Porta avvelenata della paranoia – L'uomo schizoide del ventunesimo secolo.


Libera traduzione con l’aiuto poetico-letterario dell’IA ChatGPT, di cui ho scritto spesso negli ultimi tempi. Anche questo è un segno dei tempi.


Note [1] https://it.wikipedia.org/wiki/Wonder_Woman [2] https://www.laportadivetro.com/post/la-rinascita-passa-da-giovani-lavoro-e-scuola

e https://www.laportadivetro.com/post/punture-di-spillo-il-lavoro-significa-libertà-e-dignità

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