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Pugno di ferro dei talebani: morti e feriti a Herat

Leggi l’articolo completo | Download | Nel giorno della presentazione del nuovo governo, il regime talebano ha mostrato il suo livello di tolleranza verso il dissenso interno. Dopo le violenze operate a Kabul contro manifestazioni organizzate da decine di donne, la repressione delle forze di sicurezza talebane si è scatenata a Herat, la terza città dell’Afghanistan con 600 mila abitanti, situata ad ovest del Paese. br> Il bilancio dell’intervento repressivo è di due morti e otto feriti. Secondo l’agenzia Ansa, che ha raccolto la testimonianza di un medico che ha chiesto l’anonimato per timore di rappresaglie, i cadaveri, che presentano tutti ferite d’arma da fuoco sono stati trasportati nella camera mortuaria dell’ospedale locale.

Si tratta anche del biglietto da visita con cui si è presentato Sirajuddin Haqqani, neo ministro dell’Interno, figlio di Jalaluddin Haqqani, tra i protagonisti della resistenza antisovietica, morto tre anni, capo ed esponente di spicco delle rete omonima, un’ala fondamentalista dei talebani, ritenuta legata ad al Qaeda. La rete Haqqani è considerata un’organizzazione terroristica dalla Casa Bianca e dall’intelligence Usa, che l’hanno sempre classificata come una delle fazioni più temibili per le forze Nato che occupavano il Paese.

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