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Per passione, non solo musica e parole...

Aggiornamento: 30 apr

Il valore della canzone popolare

a cura del Baccelliere


Scampoli di Novecento. Sono passati più di trent’anni da quando Ivano Fossati invitava ad alzarsi al passaggio della canzone popolare.[1] E più di cento, da quando genialmente, i compositori ungheresi Bela Bartòk e Zoltan Kodaly operavano un recupero dei materiali della tradizione, non limitandosi a quella del proprio paese. Li catalogarono e li rielaborarono. Ne ricavarono un metodo. Studiare la musica popolare rappresentò una sorta di esplorazione della condizione umana. Quella dei contadini bartokiani era una cultura autonoma, non subordinata a quella ufficiale, plasmata dalla natura nella quale vivevano. Ne nacque una musica nuova con radici antiche. [2]

In questi giorni viene da domandarsi se esista ancora un cultura popolare, schiacciata com’è fra la miriade di condizionamenti che, dalla televisione pasoliniana ai social network del nuovo millennio, hanno contribuito a determinare oltre ai comportamenti anche il modo di pensare di intere generazioni.

Venerdì è il 25 aprile e ricorre l’Ottantesimo anniversario della Liberazione. In tema di musica popolare il simbolo della Liberazione è Bella ciao. Nel 1964 Bella ciao ha ispirato uno spettacolo, che è stato presentato originariamente al Festival dei Due Mondi e ripreso in più edizioni successive.

La più recente è opera di un grande interprete contemporaneo della musica popolare, Riccardo Tesi, musicista che fa ricerca sul campo, suona l’organetto diatonico e da quasi cinquant’anni è una delle voci più originali e nel medesimo tempo rigorose nel campo dell’etnomusicologia italiana. Insieme a Lucilla Galeazzi, Ginevra Di Marco (nella foto a sinistra), Elena Ledda, Luisa Cottifogli, Maurizio Geri, Alessio Lega e Gigi Biolcati ha portato in giro per l’Italia fin dal 2014 questo spettacolo. Nel 2021 ne ha ricavato un disco. Può far piacere ascoltare la sua versione del canto[3], un'interpretazione intensa che, più che uno scampolo di Novecento, costituisce un esempio di cultura popolare e ricorda quali siano i valori fondanti di questo Paese.


Note

[2] ne ascoltiamo un esempio in questa magistrale esecuzione di Andràs Schiff di alcuni estratti da Per i bambini https://youtu.be/GqHl2wzF3uA?si=8LWmnD7DaXtoU-27

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