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Osservando i nostri tempi

Offriamo ai giovani le possibilità di esprimere sé stessi

di Domenico Cravero


Dall'indagine che Ipsos ha realizzato per l'Istituto Toniolo (su un campione di 2001 italiani tra i 18 e i 34 anni svolta nel marzo 2025) emerge che per metà dei giovani italiani, soprattutto donne, c’è un’evidente crisi di prospettive per il futuro. Sono stati utilizzati quattro parametri della Scala integrata della Speranza: la percezione di Controllo e la Competenza personale nel plasmare il proprio futuro (valore 3.18 nel range di scala 1-5), la percezione di avere supporto dagli altri (3.33); la fiducia in sé e negli altri (2.87); la spiritualità (2.65). Chi riporta livelli più alti di speranza vive un maggior benessere emotivo, psicologico, sociale e una più grande soddisfazione di vita. La speranza risulta poi più elevata tra coloro che svolgono attività di volontariato. «Colpisce il fatto che circa metà dei giovani, e soprattutto delle giovani, nutrano poca speranza proprio in una fase della vita che dovrebbe essere ricca di progettualità, sogni, voglia di futuro», commenta Elena Marta, dell’Università Cattolica. Coltivare un sogno, inseguire una vocazione, avere speranza sono condizioni che incidono molto sulla qualità della vita, sul sentirsi bene. «La speranza è determinata soprattutto dall’aver trovato un significato al vivere, a seguire dalla soddisfazione dei bisogni psicologici di base (sentirsi competenti, sentirsi autonomi e sentire di avere relazioni significative), dalla religiosità e dalla ricerca di significato» (Avvenire, venerdì 2 maggio 2025).

Oggi si insiste giustamente sul valore della famiglia. Bisogna però aggiungere che la famiglia non basta, soprattutto nell’ultimo arco dell’età evolutiva. Ci vogliono anche ambienti comunitari, contesti intergenerazionali. Le famiglie possono ricevere grande aiuto dai corpi intermedi della società (scuole, associazioni, oratori, gruppi). Questi mondi vitali possono produrre effetti psicologici e sociali duraturi e aprire possibilità d’incontro tra giovani e adulti. Sono i luoghi intergenerazionali, infatti, che tessono quelle trame di fiducia e di speranza che rigenerano il senso del vivere. Così si ricostruiscono le condizioni per far fiorire l’impegno civico e solidale, per fare esperienza di vita piena, per sé e per gli altri.

Non è vero, infatti, che le nuove generazioni siano demotivate e assenti. Per esserci e contare, devono però avere occasioni per esprimere sé stessi. Il riconoscimento pubblico delle prerogative dei giovani è un appuntamento indispensabile per la loro attivazione. Ci si sente vivi quando si ha occasione di raccontarsi. I giovani hanno molte più capacità di quelle che sono normalmente osservate e riconosciute. Le risorse cooperative e performative dei ragazzi rendono possibile un’esperienza di aggregazione plurale e aperta, reticolare e inclusiva di mondi diversi, che prefigura un diverso modo di pensare e di collaborare.  Il disagio, infatti, non è da intendere in senso solo psicologico ma soprattutto culturale e sociale. Le performance estetiche (musica, spettacolo, animazione), quelle culturali (forum, blog, social) e quelle sociali (startup, imprenditoria giovanile, servizio volontario, cittadinanza attiva) quando sono prodotte dall’estro e dall’azione dei giovani, consentono di operare il passaggio dall’afasia e dall’inazione al protagonismo.

Il racconto performativo (narrato attraverso i linguaggi dell’espressione artistica e culturale) è un linguaggio efficace per raccontare le fratture profonde, le disillusioni, i tradimenti che avvengono nel costume pubblico e nelle regole morali, in certi momenti dell’evoluzione sociale. Le performance estetiche e sociali possono quindi diventare eventi culturali, azioni sociali di cittadinanza, buone prassi di riscatto e di riscossa delle nuove generazioni. La performance espone in pubblico, diventa comunicazione sociale, contribuendo a superare la marginalità culturale e il ritiro sociale dei giovani di oggi. Possono scuotere la società riguardo la mancanza di futuro, l’insensatezza del presente, le distruzioni delle guerre, il disastro ambientale.

 

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