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  • Menandro

"Fridays for future" e la catastrofe nascosta

Si apre oggi, 25 luglio, a Torino e continuerà per quattro giorni "Fridays for future", l'appuntamento sull'ambiente cui parteciperanno circa 500 attivisti e militanti in arrivo da 55 Paese. I dibattiti avranno i loro poli nelle aree nord della città, al parco Colletta e al Campus Einaudi. Annunciata la partecipazione di Greta Thunberg. Intanto, cresce l'apprensione per le situazioni in cui sta precipitando l'Italia e l'Europa per le alte temperature, siccità e incendi.



di Menandro


Da giorni l'informazione riversa notizie e dati estremamente circostanziati sulle alte temperature che si registrano in Italia e in Europa (in particolare in Spagna, Francia e Grecia), sulla siccità che soffoca l'ambiente, e sugli incendi che si divorano l'ambiente. Le cifre riportano con precisione certosina il numero di ettari andati a fuoco, di squadre di vigili del fuoco impiegate, di canadair utilizzati, e più in generale descrivono la gestione della macchina organizzativa con gli opportuni distinguo tra regione e regione, tra stato e stato. Infine, e non potrebbe essere altrimenti, la parola "emergenza" è posta a cornice della descrizione dei fatti, e ne caratterizza l'affanno e la preoccupazione che vivono i diretti interessati, cioè i cittadini minacciati dalle fiamme, che in numerosi casi hanno visto le loro proprietà andare a fuoco. Sono gli stessi cittadini che ora si interrogano se, e soprattutto quando, le amministrazioni pubbliche metteranno a disposizione i sussidi per coprire i danni.


La copertura mediatica, in sostanza, è stata ed è perfetta, traendo vantaggio anche dei numerosi rodaggi che l'informazione ha goduto avuto a disposizione negli ultimi decenni, da quando l'ecosistema ha mostrato le prime crepe, il clima si è progressivamente modificato e la biodiversità si è ritrovata perennemente sotto attacco.


Lo scenario non è di ieri, ma i media lo trattano come se lo fosse. Le ragioni sono comprensibili: il sistema non è disponibile ai cambiamenti, come ha opportunamente ricordato Sergio Cipri in https://www.laportadivetro.org/wp-content/uploads/2022/07/model_cipri-copia.pdf, e si muove come se le situazioni d'allarme fossero reversibili, come se l'aumento della temperatura sia a tempo determinato, e soltanto stagionale, e gli effetti riducibili a una bagarre politica di bassa lega sul campo largo, mentre gli spazi di recupero sono strettissimi, e non a un prezzo salato da pagare quando madre natura presenterà il conto.


Che sarà a rate, e per questo apparentemente meno oneroso, ma non meno drammatico per i costi sociali ed economici che esso comporterà. Parlare di follia sembra scontato, ma sappiamo per esperienze secolari che ai profeti di sventura nessuno dà ascolto. Né si può parlare, purtroppo, di un'umanità che balla sul ponte del Titanic. Almeno ci sarebbe ancora una speranza. Ma sappiamo, invece, che gli iceberg si sono già sciolti tutti... o quasi.

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